venerdì 5 ottobre 2007

Mauro Corona


La passione per la lavorazione del legno Mauro Corona l’ha ereditata nella sua valle dove è situato il paese natio: Erto. (.......il ricordo corre subito al disastro del Vajont)

Enormi ammassi di trucioli, l’odore inconfondibile del legno che prendeva forma così il bambino Mauro Corona osservava il nonno paterno che con abile manualità creava cucchiai, ciotole e altri svariati utensili. S’intagliava il legno per necessità, gli oggetti creati si vendevano, si sopravviveva con il mercato ambulante.

Abbracciato alle sue montagne, figlio delle terre alte,
Corona fa rivivere le immagini di un passato ormai già segnato dall’oblio.
Ora è considerato uno dei migliori scultori del legno d'Europa.


Ma il suo fascino, sicuramente non estetico, lo deve molto anche ai suoi libri, tutti autobiografici (come per la maggior parte degli scrittori di montagna) e in cui scrive storie di persone vere, personaggi che sembrano usciti dal legno e dalla pietra,
folli ed eroici, sobri e bevuti, ospiti assidui delle panche di osteria.
Sono spaccapietre e carbonai, streghe e boscaioli, venditori ambulanti di ciotole e mestoli di legno, bracconieri e cacciatori, bevitori impenitenti, selvatici e soprattutto violenti, ma facili alla commozione come fanciulli.
Sono spiriti dei boschi che conoscono il linguaggio delle foglie e del vento, anime inquiete che popolano le valli, i burroni, gli anfratti più nascosti della montagna.


Ad ogni ritorno d’autunno gli alberi lasciano cadere le foglie e allora Corona smette i panni del boscaiolo e non taglia più.
Lascia cadere il silenzio nel bosco, perché gli alberi sono stanchi, sfiniti dalle carezze di bizzarre primavere e torride estati.
Hanno sopportato pazienti, temporali, venti improvvisi e violenti e il sole di mezza estate. Ora hanno voglia di riposare, riflettere e apprestarsi all'inverno.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto bella e indovinata questa tua presentazione di Mauro Corona. Soprattutto nel finale, quando va a riposarsi il Mauro intagliatore e si ridesta lo scrittore, il narratore. L'autunno si tramuta nella primavera del novellista...che darà i suoi frutti...
Cadono le foglie...ma certa linfa è più vitale che mai.

Un carissimo saluto
giorgio