domenica 16 dicembre 2007

L'odore della neve


Venerdì in tarda serata si sentiva nell’aria l’odore della prima neve: un odore pulito, leggero quasi il mondo fosse sospeso nel tempo e nello spazio.
Alzando lo sguardo verso l’Altopiano di Asiago si vedeva un tenue grigiore che dalle cime a sud raggiungeva i boschi e, seguendo la conformazione del terreno, si abbassava verso le nostre colline e il paese.
Dopo poco tempo già la punta del campanile e le campane erano dentro il grigiore lattiginoso e poi anche la chiesa, i tetti delle case più alte. Sulle strade rese polverose dalla siccità, sulle cataste di legna non ancora messa al riparo sotto la tettoia, sui cortili hanno iniziato a cadere le prime stille.
In breve la neve ha iniziato a coprire le strade, l’erba secca sui pascoli, la segatura di faggio nei cortili, le tombe del cimitero.

Le voci, i rumori del paese, i richiami dei passeri e dei pettirossi si facevano lievi, e a questo punto mi veniva alla mente le parole con cui M. Rigoni Stern descriveva la prima neve dell’inverno: la “brüskalan”, la neve d’autunno che diventa vera “sneea”; neve abbondante e leggera giù dal molino del cielo.
E questo odore particolare unito al profondo silenzio portato dalla neve iniziava a spargersi tra le case e i giardini.
Così il silenzio della notte mi ha subito riportato indietro ai ricordi della mia infanzia.

Allora, quando iniziava a nevicare, si correva subito in soffitta a prendere la slitta.
Una volta calzati gli stivali o gli scarponi ci si dava una voce per ritrovarsi tutti in cortile e da lì si partiva per raggiungere la piazza del paese.
Si slittava sulla strada che scendeva verso la piazza, sfidando la gente che camminava e le sgridate delle madri e delle nonne che andavano a messa, scivolando sulla neve indurita destinata a diventare ghiaccio vivo.
Questo più di trent’anni fa.



Ma poi l’inverno diventava lungo e le scorte di legna si assottigliavano perché la stufa in cucina mangiava velocemente la legna che io e il nonno con tanta pazienza avevamo accatastato nella legnaia sotto il portico in primavera.
La sedia del nonno era vicina alla stufa, era lì che amava raccontarmi le sue storie di guerra e di caccia, quando rientrato bagnato e infreddolito, mi mettevo tra la sua sedia e la stufa appoggiando la schiena al caldo della parete.
E allora lui, dopo avermi dolcemente “brontolato”, iniziava a raccontare.




Gnocchi di zucca
al profumo di cannella
su fonduta di ricotta fresca e yogurt




un piatto particolare dove al bianco della fonduta di ricotta fresca e yogurt che ricorda molto la “sneea” (la prima neve dell'inverno) si contrappone il colore caldo dei gnocchi di zucca che rimanda all'autunno, stagione che la prima neve ha definitivamente chiuso.
Il profumo della cannella perché questa spezia ha il potere di evocare ricordi e memorie.

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post... Giulia

Anonimo ha detto...

Magia della neve, che nel ricoprire ogni cosa pare farci tornare indietro nel tempo, farci bonariamente regredire. Mentre la terra si copre, affiorano, invece, i ricordi delle "antiche" nevicate, con le scorribande e le battaglie e la chiusra delle scuole...ed era festa...
Con la neve la vita frenetica di ciascuno è come se si fermasse. La neve è più forte del progresso, della civiltà. La natura si prende una rivincita, oserei dire finalmente.
Si resta incantati al vetro della finestra, oppure si esce a respirarla, ad assaggiarla...un piccolo miracolo che si rinnova...l'infanzia che si riaffaccia...

Un abbraccio
giorgio

mario ha detto...

giulia....

spero che anche questa volta la ricetta sia stata di tuo gradimento.!!

Ogni tanto mi fermo a sbirciare il tuo sito web perché alcune cose che racconti toccano profondamente il mio cuore.
Cosa posso dirti: continua.

mario ha detto...

Giorgio....

la natura si prende sempre la rivincita sulla nostra frenesia.

quando scrivevo il post, ogni tanto ti immaginavo lungo quel sentiero che ti porta alla panchina. Immaginavo il tutto coperto dalla "sneea".
Deve essere qualcosa di unico.

un abbraccio

Anonimo ha detto...

Come sia in tema questo post odoroso con le mie riflessioni più amate... beh, forse lo sai. Metto da parte i libri, per il momento, perché mi stordiscono soprattutto questi benedetti gnocchi di zucca, a quest'ora.

Torniamo primitivi con gli odori, come dovrebbe essere per ogni emozione (Natura-Cultura 1-0, palla al centro).

Bacio :-* (e grazie) ;)

Anonimo ha detto...

Aly dice...

Complimenti per il "racconto" che poi è una parte della tua vita..

La neve, come il suo colore bianco, ha la facoltà di rendere tutto più puro..

Un abbraccio,
Aly