domenica 24 agosto 2008

C'era un baito sulla mia amata montagna....


C'era un baito sulla mia amata montagna; si trovava sul prato a lato del canalone delle valanghe.

Quando da ragazzo mio padre mi portava con sé nei giri settimanali a funghi, guardavo sempre quella alta montagna che nei canaloni conservava spesso la neve fino ai primi giorni di agosto quando salivamo fin lassù per cercare il boletus edulis d'alta quota.

Anche oggi, che mio padre non c'è più, mi sovviene spesso il ricordo di quei momenti trascorsi a cercare tra l'erba e i mirtilli, o sotto i grandi abeti gli esemplari più belli e più grossi di boletus edulis.

E così anche questa estate ho voluto ripercorrere quei sentieri, calcare quelle radure, scrutare tra gli aghi dei grossi abeti per seguire ancora una volta i suoi passi.

E mentre la mia vita sfuma nel suo farsi, ti scrivo e ti dedico questa escursione perché qualcosa resti di quelle nostre uscite fatte assieme.
Ora che te ne sei andato sono convinto che solo le parole abbiano la capacità di tenere quei ricordi ancora vivi in me, anche se solo la vita può perdere il filo (e ritrovarlo) come io ritrovo te, ogni volta che ritorno a quel baito.

La sveglia suona alle 5.30 precise.
Un caffè veloce e sono già in macchina.
Sorrido e mi sembrava di sentirti ancora mentre "brontoli" perché ti convincevo sempre a partire a quest'ora per te sempre troppo tarda.
Per te arrivare sul posto dopo le 7.00 significava lasciare agli altri i migliori funghi della giornata.

Gli ultimi tornanti prima del passo mi fanno accelerare i battiti del cuore mentre mille ricordi mi riempiono la testa lasciandomi leggermente stordito.
Ma forse è l'altezza perché siamo a 2.000 metri.
Parcheggio a fatica qualche centinaio di metri prima del nostro solito posto perché "al tornantino" ci sono già un paio di auto parcheggiate.
Sorrido nuovamente al pensiero di quello che mi avresti detto appena sceso dalla macchina.
Calzo gli scarponi e sono pronto per il bosco.

Ci sono tanti, sicuramente troppi, cercatori e questo mi porta ad innervosirmi, dandoti, almeno questa volta ragione.
Ma poi, dopo qualche ora, allontanatisi i cercatori frettolosi e vocianti del primo mattino, il bosco inizia a regalarmi i suoi frutti stupendi.
Esemplari che meritano di essere contemplati, prima di essere raccolti, per la bellezza delle forme e dei colori.

Come questi funghi, anche i ricordi più cari alle volte sembrano solamente delle briciole nella tavola della vita.
Briciole certamente, ma anche nutrimento abbondante e pacificatore per la mia anima inquieta, filo labile da seguire prima che sia spazzato dal vento o disperso dal passaggio del tempo oramai divenuto tiranno e nemico delle memorie di quei momenti con te.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Rieccoti, Mario, nella tua veste migliore, quella di narratore discreto, silenzioso, ancora non pacificato, ma sulla buona strada.
Ripercorrere i sentieri familiari, ritrovare le amiche costruzioni. sorelle di tante emozioni, di tanti ricordi. I ricordi ci fanno compagnia. e nel presente dobbiamo creare le condizioni per suscitarne di nuovi.

Un abbraccio
giorgio

Anonimo ha detto...

Ciao Mario...
concordo perfettamente con le parole di Giorgio...

un saluto,
Aly