martedì 16 settembre 2008

Elogio dell'inquietudine


A torto si guarda all'inquietudine come ad una condizione interiore preoccupante e potenzialmente pericolosa.
Al contrario l'inquietudine esistenziale è il segno di una intensa vitalità dell'anima, che non si accontenta della banalità del quotidiano e aspira a una meta degna dei suoi sforzi e dei suoi ardori (Giordano Bruno parlava di "heroici furori")

Grazie ad essa, la coscienza si pone di fronte al mondo e a se stessa in un atteggiamento di stupore, ma anche di insoddisfazione per i limiti di ciò che è abitudinario, per i sentieri ormai ben noti, per gli orizzonti ristretti e ormai troppo familiari, e avverte una pungente nostalgia di ciò che sta oltre........

Essa è come un pungolo che ci sprona a non sederci sulle comodità di quanto già riteniamo acquisito
e ci sfida a osare, a buttarci, a lasciarci andare nella grande corrente dell'Essere,
dalla quale proveniamo e alla quale aneliamo a fare ritorno.
Inqueutm est cor nostrum donec requiescat in Te, Domine
"inquieto è il nostro cuore finché non trova pace e riposo in Te, o Signore"
così scriveva Sant'Agostino nelle Confessioni
e raramente un filosofo è riuscito a esprimere una tale densità di pensiero e di sentimento in una formula così efficace e sintetica.

L'inquietudine è la molla che ci proietta sempre avanti,
al di là delle certezze prefabbricate, delle verità rassicuranti............

L'inquietudine è amore del pericolo in senso esistenziale
perché ci spinge fin sul baratro di abissi che non conosciamo,
ma oltre i quali intuiamo che deve trovarsi qualcosa capace di dare un senso al nostro tendere,
al nostro interrogarci incessante, alla nostra stessa inquietudine........


L'inquietudine è una sfida che sollecita le persone mature,
abituate a vivere nella dimensione dell'essere e non in quella dell'avere;
che le obbliga a non adagiarsi mai sugli allori,
a proseguire sempre il cammino solitario del perfezionamento spirituale;

a sforzarsi di dare il meglio di sé senza giocare al risparmio.

L'inquietudine, di per sé, non rende né migliori né peggiori coloro che ne sono afferrati;
essa apre degli scenari nuovi e mette in gioco delle forze dello spirito che erano rimaste latenti.
Il suo insorgere costituisce un richiamo, il richiamo delle lontananze, delle altezze.
Il corvo ne sarà spaventato; ma l'aquila se ne sentirà vibrare tutta,
ricorderà di avere un paio d'ali possenti, e si lancerà dalla vetta della montagna che,
sino allora, gli era parsa una disperata prigione.

Fonte

2 commenti:

mxxx ha detto...

inquieta è la mia anima
distesa di grige pietre

inquieto è il mio cuore
appeso alla Grande Croce

inquieto è quel sentiero
consapevolezza
della mia eterna malinconia..

mxxx

mario ha detto...

cara mxxx

L'inquietudine, di per sé, non rende né migliori né peggiori coloro che ne sono afferrati;
essa apre degli scenari nuovi e mette in gioco delle forze dello spirito che erano rimaste latenti.
Il suo insorgere costituisce un richiamo, il richiamo delle lontananze, delle altezze.
Il corvo ne sarà spaventato; ma l'aquila se ne sentirà vibrare tutta,
ricorderà di avere un paio d'ali possenti, e si lancerà dalla vetta della montagna che,
sino allora, gli era parsa una disperata prigione.