martedì 14 ottobre 2008

Autunno:... raccontami ancora un altro frammento


Arriva l'autunno.
Te ne accorgi e lo percepisci nella luce pomeridiana, una luce tenue che scompare in fretta accompagnata da una brezza serale sempre più fredda e pungente.
Te ne rendi conto dalla stanchezza del sole, che diminuisce le sue ore di veglia e s’addormenta presto, quando ancora non è giunta l’ora della cena.
Lo vedi nel bosco dove i larici incominciano a prendere il colore dell'oro vecchio mentre le foglie del faggio e della betulla protagoniste di una incantevole scenografia, dopo essersi cambiate d’abito, improvvisano oniriche danze per poi posarsi sull’umido terreno che sarà presto ricoperto da un manto di soffice e candida neve.
Lo senti nel vociare di chi passeggia per strada: chiacchiere sommesse che, con timidezza, rapidamente si sciolgono nell’aria divenendo presto inudibili.

Sono questi i giorni più belli per camminare le terre alte dove, in certe giornate limpide di sole e pulite dal vento come oggi, si possono ammirare le alpi imbiancate dalla prima neve e, girando lo sguardo dalla parte opposta, il baluginare dell’Adriatico e, con commovente stupore, si riesce scorgere il campanile dell’isola di San Giorgio.

E allora raccontami ancora di te, amica mia, di quel che sapeva l'autunno ai tuoi occhi quando quel cielo terso e azzurro d'autunno, come un sipario, ti schiudeva la vista alle cime delle dolomiti imbiancate dalla prima neve.
Raccontami ancora di te al ciglio del tempo attuale che scorre inesorabile e al tuo dire muto sguardo alla finestra, mentre fuori un caldo sole d'autunno ti invita ancora ad una passeggiata tardiva sulla spiaggia.

Raccontami ancora amica mia ed io sarò libro dei tuoi giorni da sfogliare, sarò pagina da scrivere quando la notte ti sorprenderà sveglia a cercare un sogno.
Allora, …… raccontami, anche solo un altro “frammento” perché io ci sarò.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Di quegli autunni ho negli occhi e nel cuore la luce dell'alba che infuocava per prima la cima della Tofana di Rozes, dalla mia finestra. E la luce del mezzodì aspersa come pulviscolo ai piedi delle montagne: una tavolozza accesa dal giallo e dall'arancio dei larici che macchiavano la pelle scura dei boschi. E, infine, l'enrosadira del crepuscolo, dal lato del Cristallo, e la traccia scura della forcella Staunies e della sua neve perenne.
Non è poco per una "mediterranea": sono gli anni più importanti...

Un abbraccio

S.

Anonimo ha detto...

Autunno, la stagione che più amo
il mio animo si quieta
e si riconcilia con il tempo..
si culla nelle passioni dei suoi colori caldi
e nelle intensità dei suoi profumi..
E' tempo di raccogliere i frutti
di allentare il passo
è tempo di stendersi pigramente
al caldo tepore del sole...

mxxx