mercoledì 19 novembre 2008

dalla Val d'Astico a Luserna per il sentiero Cai 605

Questo è uno di più interessanti e pittoreschi itinerari dell Valle dell’Astico, sia per il tracciato storico (ancora ben conservato) sia per il mutare continuo degli scenari e degli ambienti. Casoni, terrazze, gradinature, sellette, crinali, pareti e aperti panorami sulla Valle dell’Astico rendono la salita, anche se in qualche tratto aspra e dura, interessante e piacevole.Dalla Chiesa di Casotto si attraversa tutto il paese in direzione di Val Torra e tra terrazze ed orti si raggiunge il rudere del Bersaglio e poi il ponte sulla Torretta; qui il torrente carsico fuoriesce copioso dall’oscura grotta (Cogolo de le Anguàne) e dai massi sottostanti la verticale parete.
Superato il ponte e lasciato a sinistra una variante del 605 (che riprenderemo nella discesa) il sentiero continua in salita, lasciando a destra un successivo rustico restaurato. Si introduce ora in Val Torra e sta sul suo margine destro orografico. Verso la fine il tracciato si fa un po’ più selvatico e malagevole, ma in breve si riguadagna la strada asfaltata che sale dal paese (q. 700).
Siamo sul punto in cui essa entra nel vallone roccioso per penetrare poi nella vicina galleria in roccia.

Trenta metri prima della galleria, un marcato sentiero sulla sinistra della strada raggiunge in pochi minuti il Cason dei Merli (q. 768) oggi recuperato. Si sale quindi a q. 810 appena a valle del Baito del Gianfrin. Si sta ora sul sentiero in piano che, tra terrazze, porta ad un crinalino sulla Val d’Astico. Si scende al valloncello che ospita il Fontanelo de Checòn e poco oltre si sale all’omonimo baito (ristrutturato con gusto a q. 752). Molto gradevole questo crinale terrazzato e panoramico.Ci si avvia al solco della Bressavalle, al di la della quale si scorge il pianoro di Belfiore. Sull’asta del fondo ecco i Fontanèi de Belfiore, due gorghi limpidi sotto roccia che davano acqua al vicino abitato. Si attraversa la costa est della valle e si giunge a Belfiore. (q. 750).

Molte case sono oggi ristrutturate; la chiesa si staglia sullo sfondo del Toraro.
Un tempo era abitata stabilmente, anzi storicamente il vero nucleo del paese stava proprio in questa contrada contrassegnata dalla chiesetta eretta in onore di San Rocco. Sulla sommità di questo poggio gli abitanti vivevano tutto l’anno e dove si sentivano molto più sicuri dalle scorrerie e dalle invasioni che, fino al ‘600, sconvolsero la vallata. In basso, nella valle, i montanari avevano solo i fienili ma soprattutto i “casoti” per gli attrezzi (da cui il nome attuale del paese).

In seguito, fattasi più sicura la Valle, gli abitanti cominciarono a scendere per abitare stabilmente sui primi pendii del lato sinistro orografico del Torrente Astico. Gli ultimi abitanti lasciarono Belfiore dopo la seconda guerra mondiale. La vecchia chiesetta è stata ricostruita e restaurata nel 1975 con un risultato che per la verità non è per nulla in sintonia con l’architettura della contrada.

Superato il vecchio borgo il sentiero si fa più ripido e sale al pianoro del baito Cògola per poi mantenersi in quota tagliando trasversalmente la Val Grossa.
La valle mostra in alto le pareti erose che calano dall’altopiano di Luserna, in basso il solco boscoso che cala verso la valle dell’Astico.. A saliscendi, ma mantenendosi in quota, il sentiero taglia da est ad ovest tutta la parte alta della vallata sfruttando gli unici varchi che l’aspra morfologia di origine carsica consente.
Dopo aver superato l’ultimo erto canalone tracciato in un bosco rado di faggi e carpino, il sentiero si porta verso il centro di Luserna attraversando le innumerevoli terrazze sostenute da muretti a secco che, lavorate un tempo, rappresentavano gli “orti de Luserna”.
Si entra in paese e subito si ha la netta impressione di essere arrivati in un luogo particolare in cui boschi, persone e cose hanno un profumo d'altri tempi, quasi magico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono sempre più convinto che potresti scrivere una "tua" guida di itinerari montani delle zone a te vicine (geograficamente e sentimentalmente parlando). E' un sogno che ho coltivato anch'io in passato...
Magari quando andrai in pensione...

Un abbraccio
giorgio

mario ha detto...

Non credo di essere alla tua altezza Giorgio caro. Devo macinare ancora molta strada e imparare a scrivere le cose ascoltando ancor di più il mio cuore.
Ma so che se avrò la pazienza di seguirti nei tuoi percorsi imparerò ancora molte cose e chissà se un giorno......