lunedì 7 dicembre 2009

Monte Fior


Escursione mista, di un certo impegno, che nella parte iniziale prevede una dura, anche se breve, salita.
Dalla valle di Campomulo si sale dapprima alle Melette e poi, dopo la discesa alla malga Slapeur, si risale lungo le trincee del lato nord fino alla sommità del Monte Fior, teatro di sanguinose battaglie tra il giugno del 1916 e il novembre del 1917, e dove il panorama è semplicemente eccezionale.

Da Gallio si entra nella valle di Campomulo, e prima di raggiungere i nuovi impianti di risalita delle Melette, si parcheggia e si cerca sulla dx, poco prima della casetta di partenza dei vecchi e dismessi impianti di risalita del “Salto degli Alpini” a quota 1400 m, una carrareccia con divieto di transito per veicoli motorizzati).
Si attraversa subito un bosco di abeti rossi e ci si dirige verso la pista di discesa in direzione Est. Mantanendosi sul lato destro della pista si risale la sua parte più ripida denominata "salto degli alpini" che in breve ci porta fuori dal bosco a quota 1.577.


Ora lo spazio aperto ci permette di scegliere la via di risalita che riteniamo più idonea.
Alcuni scorci sulla cresta contro il cielo delle Melette e gli evidenti impianti di risalita delle medesime alla nostra sinistra accompagnano questa lunga e faticosa salita che ci porta alla stazione a monte dei nuovi impianti.

Abbiamo raggiunto, dopo un'ora circa dalla partenza quota 1.735 e il nostro sguardo può iniziare a spaziare a nord e a est cercando di riconoscere le varie cime in un susseguirsi di splendidi panorami.
Dopo questa pausa ristoratrice, dobbiamo scendere, perdendo circa 150 m di quota,  verso Bocchetta Slapeur e l’omonima Malga posta a 1.628 m.


La Malga Slapeur è posta tra le Melette di Gallio e il Monte Fior in un passo naturale che mette in comunicazione la Val Miela e la Piana di Marcesina. Nel 1986 furono reperiti in loco alcuni manufatti in selce attribuibili al Paleolitico medio.
Questo darebbe adito all'ipotesi che cacciatori-raccoglitori possano aver raggiunto la Piana di Marcesina da Sud, seguendo la direttrice Vai Frenzela-Val Miela, per scopi di caccia.


Poco prima di essa, nei pressi di una lapide commemorativa, un paletto con segnavia indica la direzione verso il bosco di abeti da un lato e dall’altro rocce e roccioni che formano colonne di rosso ammonitico e che hanno indotto a denominare il sito “Città di roccia”, e dove possiamo scoprire gallerie e caverne di ricovero e altre curiose formazioni rocciose, dette Karren.

Dopo questo tratto usciamo in prato aperto, tra trincee e avallamenti provocati dalle granate dei mortai, e con una seconda e più lunga salita lungo la dorsale nord in prossimità della selletta Stringa,che divide la dorsale nord del Monte Fior dal M. Castelgomberto, abbiamo la possibilità di vedere in tutto il loro splendore bianco le Pale di San Martino, e sotto di noi la piana di Marcesina.
E poi per la cresta sommitale arriviamo finalmente, a quota 1.824 m, al punto sommitale del Monte Fior.

Su queste balze infernali ha combattuto ed è morta la 'mejo' gioventù europea.
Testimone di quei tragici avvenimenti fu Emilio Lussu che nel suo libro 'Un anno sull'Altipiano', ci ha lasciato memoria di quei drammatici avvenimenti , e dal quale Francecso Rosi ha tratto ispirazione per il suo film “Uomini Contro “.

Il panorama è uno di quelli che non si dimentica tanto facilmente.
Lo sguardo spazia sulla pianura e, in giornate limpide, arriva a Venezia, la laguna fino alle coste istriane.
Il massiccio del Grappa sembra così vicino da poterlo toccare con mano, ancora ad est le prealpi Feltrine con la Schiara ed il Pavione in primo piano, più a nord il gruppo delle Pale di San Martino, Cima D’Asta, e il Lagorai.

Infine tutta la catena nord dell'Altopiano con l’Ortigara, cima Dodici, lo spallone est del Portule, e ad ovest il Pasubio, il gruppo del Carega e i Lessini.

Semplicemente stupendo!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao.. che dire di più..
semplicemente stupendo!
bella camminata sulla neve, bravo..
Aly

Anonimo ha detto...

.............
seguire i passi di chi ci precede
per poi passare innanzi e tracciare una nostra direzione
camminare assorti su quel manto di silenzioso candidore
guardare avanti la salita che ci attende
ma saper volgere il nostro sguardo indietro
non solo per ammirare panorami mozzafiato
ma anche per aspettare i passi di chi ci segue
condividere una sosta che scalda e ritempra il cuore
per poi proseguire ancora insieme....

certi "incontri celesti" arrivano nei momenti in cui meno te li aspetti,
riempiono tutto il cuore di gioia
e anche se a volte le strade che ognuno percorre sembrano dividersi
poi è bello ritrovarsi parte dei tuoi scritti

grazie Mario della tua grande Passione per queste care Terre Alte
... è semplicemente stupendo........

mariangela