venerdì 28 maggio 2010

Sablè con mousse di asparagi e fiori di rosmarino

Sablè con mousse di asparagi e fiori di rosmarino

Sablè
(per 24 pezzi)
Farina gr150
Fecola gr50
Burro gr100
Nocciole gr 100
Zucchero a velo gr15
1 albume
Un pizzico di sale

Mousse di asparagi
Punte di aspargi (irca 250gr) cotte brevemente con un po’ di olio, scalogno sale e pepe e frullate.
Robiola preferibilmente di caprino o misto pecora-capra
Poco formaggio parmigiano
Il tutto mantecato e fatto riposare e raffreddare in frigorifero.

Impastare velocemente tutti gli ingredienti e tenere in frigo per almeno un’ora. Stendere la pasta ad uno spessore di 3/4 mm e con uno stampino per biscotti del diametro di 5 cm ricavarne 24 pezzi che cuocerete in forno a 180° per 15 minuti. Fate raffreddare e guarnite ogni sablè con la mousse di asparagi fatta scendere da un sac a poche. I fiori di rosmarino aggiungeranno una nota colorata e aromatica piacevolissima…

Amaranto

Sentiero attrezzato Giovanelli al Burrone di Mezzocorona

Il “Sentiero attrezzato Giovanelli” al Burrone di Mezzocorona in provincia di Trento fu costruito nel 1906 e poi dedicato a Tullio Giovanelli nel 1941, quale promotore dell’opera, patriota giudicariese e medico di Mezzocorona.
E' una famosa e suggestiva via attrezzata che si inerpica lungo una selvaggia gola incisa fra le pareti del Monte di Mezzocorona. I tratti più impegnativi sono attrezzati con scale e funi metalliche. E' consigliato l'uso di scarponi con un buon grip e cordino di sicurezza. Assenza di vertigini e molta attenzione per il terreno bagnato e scivoloso sono le qualità richieste

L’escursione inizia in località Ischia, al margine superiore dei vigneti a circa due Km dal centro rotaliano, dal parcheggio del vicino bacino del Club Rotaliano Pescatori.
Dal parcheggio si sale nella pineta e subito ci si trova davanti ad un bivio che ti permette due varianti: a destra si sale per un sentierino molto esposto con una suggestiva vista sulla piana rotaliana fino al passaggio scavato sulla roccia da dove inizia la via ferrata vera e propria, se guendo la variante di sinistra il sentiero, dopo un primo tratto in bosco, entra nella forra.
Dai piedi di un’affascinante cascata a scivolo si sale, mediante due scale, la parete che si presenta subito verticale. Le successive balze rocciose si superano in parte su gradoni naturali ed in parte su scale di ferro.

Ad ogni passo la vista aumenta. Le ripide rocce dello zoccolo, parzialmente coperte di piante, offrono lo spunto all’osservazione del fenomeno erosivo dell’acqua e degli agenti atmosferici mentre, a fianco una cascata che precipita per 200 m dall’ingresso del burrone riempie l’atmosfera di suggestiva magia. Si esce dalla via esposta e ci si inerpica per un sentierino ricavato nelle roccette esposto, per cui il caldo si fa sentire facendo diventare faticosa la salita.

A circa 430 m, si incrocia il sentiero che proviene dalla destra e si entra in una bassa e levigata galleria, aperta su un lato e si scende, mediante una scaletta nel greto del torrente. A fianco, l’acqua spumeggiante cerca lo sfogo d’uscita. Le pareti qui formano un’alta volta, in cui il sole riesce a penetrare solo per pochi minuti al giorno, per rischiarare il fantastico scenario di natura selvaggia.

Mediante un paio di scale si sale nella semioscurità facendo attenzione al terreno bagnato, all’interno della forra fino a circa 630 m. Lo stretto letto del torrente che dobbiamo percorrere è fiancheggiato da elevate pareti rocciose.

Dopo un paio di anse s’intravedono nuovamente spiazzi e vegetazione. Poco più su, la valle si allarga per permettere all’escursionista di ammirare un’altra alta, larga e meravigliosa cascata sul lato orografico sinistro. E’ la tappa per permettere la classica foto di rito. Costeggiando il torrente si arriva ben presto alle ultime due scale. Poi il sentiero si addentra in un bosco misto ricco di tassi.

L’itinerario supera quindi il solco della “Val del Bus” e raggiunge in breve una deviazione. Si tiene la destra e sempre seguendo il sentiero n. 505 (per Monte) si raggiunge il “Bait dei Manzi” a quota 876 m. Recentemente ristrutturato è diventato un punto di appoggio e rifugio per gli escursionisti (compresi quelli domenicali che arrivano dalla stazione a monte della funivia che sale da Mezzocorona).
Il posto è davvero splendido e riposante.

 Prima che divenisse bene di consumo per i turisti e coloro che qui hanno le seconde case, quest’area costituiva l’alpeggio di Mezzocorona.

Il rientro al parcheggio può essere previsto scegliendo tre alternative:
a) sul sentiero 505 (Valle lunga)con un lungo tratto di percorso coperto recentemente di porfido dai vigili del fuoco e con una pendenza oltre il 20% che ci impegnerà notevolmente la muscolatura delle nostre gambe e i nostri piedi.
b) Da qui, in mezzora circa su larga strada forestale, attraversiamo bosco misto sino al piccolo abitato di Monte di Mezzocorona (m 891 – ore 3 dalla partenza). Possiamo ora rientrare a Mezzocorona seguendo il sentiero n° 504 che in un’ora circa, con numerosi tornanti, riporta in paese.
c) arrivati all'abitato di Monte si può scendere con la funivia che porta al paese in appena 4 - 5 minuti, per evitare la lunga discesa con pendenze molto ripide.

Da notare, sia con la funivia che col sentiero, il magnifico panorama sulla Piana Rotaliana in direzione di Trento, con bella visione della Paganella e del Bondone. Da Mezzocorona, un paio di chilometri (30' circa) lungo strada asfaltata ci riportano al parcheggio presso il quale abbiamo lasciato l’automobile.