sabato 3 settembre 2011

Proviamo a salvare la cultura e la tradizione delle malghe

Dobbiamo imparare e capire che le tradizioni e la cultura della malga ruota intorno al latte e alla sua trasformazione, che deve avvenire necessariamente nella stessa malga.
E questo per due ordini di motivi. Il primo è un motivo economico, perché se togliamo la possibilità al malghese e al casaro di trasformare in loco il latte e quindi di vendere direttamente il suo prodotto, gli togliamo la maggior fonte di reddito.

In secondo luogo perché senza il processo di trasformazione la malga viene svuotata della sua anima, diventando un mungimificio in linea con la logica del produttivismo quantitativo. Con il rischio che anche la malga diventi il palcoscenico della finzione, con le dimostrazioni ad hoc di lavorazione del latte ad esclusivo uso e consumo dei turisti, come già succede in alcune rinomate località del Trentino.

Alcuni per giustificare la scelta di trasportare nei caseifici a valle il latte prodotto in malga sostengono che tale operazione rappresenta una forma di sostegno al sistema delle malghe perché permette una riduzione degli oneri di manodopera legati alla trasformazione del latte. Ma alleggerire il peso dell'attività d'alpeggio significa che il personale viene ridotto al minimo con quello che ne consegue in termini di socialità. Se poi l'operazione più impegnativa, oltre alla conduzione al pascolo del bestiame, diventa la mungitura (a macchina) allora può essere sufficiente anche personale non particolarmente qualificato e privo di legami con la tradizione del territorio.

Questo significa che dalla malga possono sparire il casaro, gli attrezzi, e i locali per la conservazione e trasformazione del latte nonchè quelli per la stagionatura dei formaggi. A questo punto la Malga può diventare solamente un museo, un baito per la caccia o un rudere che lentamente cadrà nell'oblio.

Ricordiamoci però, e prima che sia troppo tardi, che Malga ha la radice indoeuropea melg = mungere, da cui il latino mulgeo, l'inglese milk, il tedesco melken e molti dei nomi derivati da questa radice (es. malghera = ”caseificio”) rimandano in modo specifico alla lavorazione del latte.
Inoltre le Malghe, se messe nelle condizioni di operare la raccolta e la trasformazione del latte e la successiva vendita diretta dei prodotti derivati, hanno una valenza fondamentale nella conservazione paesaggistica ed ambientale del territorio che equivale a qualcosa come il 20% della superficie territoriale delle Alpi.

Le Malghe infatti in molte zone, come ad esempio nel Lagorai, sono fondamentali nel mantenimento del territorio alpino perché con la loro dismissione gli alpeggi verrebbero sostituiti da incolti e da nuovi boschi che renderebbero difficoltoso il mantenimento della sentieristica che dal fondovalle sale in quota. Inoltre verrebbero a mancare gli unici punti di appoggio nelle lunghe escursioni ad anello o nei mini-trekking (ricordo che nel Lagorai non ci sono, o sono quasi nulli i rifugi e i ricoveri).


Per chi volesse approfondire la tematica delle malghe di montagna vi linko un Blog molto interessante e piacevole
Antichi mestieri

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