mercoledì 15 agosto 2012

"L'ultima Anguana": note a parte

La lettura:
il libro richiede una lettura tranquilla, non schiacciata ansiosamente verso il finale come poteva essere "La Valle dell'Orco", con un passo simile a quello del del montanaro, che permette di cogliere suggestioni come: “ I tuoni scoppiavano in alta quota, rimbombando nei canaloni alpini, le folgori crepitavano vicino a loro, illuminandoli di paura”. Questa, relativa ai primi giorni di vacanza vissuta dai bambini a Posina è una parte decisamente incantevole della storia, perchè nasce da esperienza vissuta e che rimanda alla nostra esperienza, alle estati che, da  bambino, trascorrevo dagli zii sui monti di Calvene." Il tepore dell'estate invita a stare fuori dalle case, a intrattenersi con i conoscenti, seduti su di un gradino di pietra o su una vecchia panca. ...Le poche atomobili erano parcheggiate disordinatamente....e le rondini ...riempivano il cielo di ardite acrobazie."

L'ambiente:
Quindi lasciamoci andare al ruolo del lettore complice, perché quella di Umberto Matino è una scrittura che ci dice: leggi con calma, con passo da montagna, perché quello che è bello è proprio il fatto di leggere. E se lo fai, riesci ad entrare nella storia, nelle case della contrada Molini, tra i muri della stazione dei Carabinieri, nelle vecchie osterie raccolte nei pressi della Chiesa per percepirne gli odori, i suoni e le varie tonalità di colore che cambiano durante il passare delle ore del giorno fino alla notte.
"Quando scende la sera nelle valli alpine, diventa abissale la differenza tra i piccoli borghi montani e le città. La diversità ha un nome preciso e si chiama buio....Un buio immenso e avvolgente , un buio nero che trasforma qualunque suono in paura.....Lassù in mezzo alle silenziose case di pietra, fantasmi di aria e di spavento penetrano nella mente, mentre gli occhi fissano le tenebre."


Il cibo:
non è il caso di avventurarsi in gastronomie eccessivamente ricercate o in piatti della cucina molecolare dello chef Ferran Adrià. Piuttosto vale la pena fare una ricerca sui fagioli di Posina (legumi autoctoni Fasòla Posenàta, un cultivar particolare).


Il cibo ideale è quello molto condito e saporito: “gnocchi di ricotta e porcini, capriolo con polenta, dopo aver preventivamente trangugiato un antipasto posenato a base di sopressa, asiago, pan biscoto e...una vera delizia, le gemme dei fiori di pisacan”.
Per capire questa dieta bisogna andare a pagina 183 e trovarci, nel 1968, assieme al maresciallo Baldelli in contrada Molini di Sopra, una contrada che non esiste, ma che in quattordici righe ci racconta tutto il cambiamento, il passaggio di civiltà che ha interessato il Nord est nel dopoguerra. Quella dieta è la nostra cultura, siamo noi, quelli che badano solo al lavoro e basta. Quelli che vengono dall’ “isola etnica di stirpe germanica isolata in mezzo alla popolazione latina”… un’identità che oramai da decenni sta uscendo di scena con l'instaurarsi del moderno modello all'insegna del benessere e del divertimento puro.


La storia:
La trama procede di pari passo con la descrizione degli ambienti montani, dei paesaggi della vallata e con la caratterizzazione dei personaggi che entrano nella storia, ed infine con alcune riflessioni sull'evoluzione della società pedemontana. Il dialetto veneto parlato dai valligiani assume il valore di lingua dell’arcano anche se manca il carattere storico, misterioso ed enigmatico che assumeva nel precedente romanzo il chiuso dialetto cimbro. Così il giallo e la tradizione popolare si fondono in una narrazione semplice e scorrevole perchè scritta in modo affabile e godibile .
Un gioiellino narrativo nostrano, dunque, che non lascerà a bocca asciutta chi ha letto, apprezzato e amato La valle dell’Orco.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Mario, sei davvero bravo a recensire libri: sei completo, non prolisso e profondo. E' bello pure che usi le immagini. Mi piace soprattutto come parli dei romanzi di Matino (autore che apprezzo immensamente per il suo desiderio di divulgare le storie di un territorio dimenticato). Sento che anche tu ami questa terra e che vorresti preservarla dai disastri dettati dall'avidità e dalla stupidità umana. Io confido di veder pubblicato un altro libro di Matino, perchè ne sto diventando decisamente ghiotta. Elsa

mario ha detto...

@Elsa
anch'io nutro la speranza di veder pubblicato a breve un'altra storia scritta da U. Matino.
Nel frattempo ho proposto al curatore della Rassegna "SenzaOrarioSenzaBandiera" una cena-serata con U. Matino con un menù tratto da questo libro per farci raccontare la storia da un'angolazione diversa.

Anonimo ha detto...

Salve, vorrei sapere se questo libro esiste anche in lingua inglese. Avendolo letto mi é piaciuto molto e volevo regalarlo ad un amico svedese. Grazie, Lorenza.

mario ha detto...

@Lorenza
mi dispiace Lorenza ma da quello che mi è dato sapere l'unico romanzo di U. Matino per il momento tradotto è "La valle dell'Orco" in lingua tedesca "Die Toten von contrada Brunelli".

http://www.vicenzareport.it/2014/01/umberto-matino-varca-confini-nazionali-con-la-valle-dellorco/