giovedì 15 novembre 2012

Un Angelo mi ha salvato

"Raccontare, parlare, è molto difficile. 
È sempre duro arrivare così vicino all'essenza della vita e poi, dopo,
sentirsi imprigionati nelle strettoie del linguaggio completamente inadeguato a tradurre in parole, in simboli  la totalità dell'esperienza vissuta.” 
Renato Casarotto

 
Mi sono fermato per un momento a pensare alle tantissime e concrete possibilità di non essere qui oggi.
Per esempio a quando da bambino, col naso sempre per aria, mi sporsi nel pozzo che stava nella corte davanti casa, misi il piede dove non c’era più la copertura di ferro e fermai la caduta nel vuoto allargando istintivamente le braccia.

 O ancora a quando fresco di patente mi improvvisai rellysta alla guida della cinquecento bianca sulla contorta strada che saliva in montagna, finendo dopo un ripetuto testacoda nell'unico prato pianeggiante a lato della strada.
Ma anche e soprattutto a tutti i casi che potevano ma non sono avvenuti.


 Ora sono qui, fatico a riposare perché ho ancora male alla spalla e alla testa, ma soprattutto perché non riesco ancora a capire cosa sia successo.. continuo a pensare........a rivivere quell'istante.
Chiudo gli occhi e nella mente dapprima il buio e il vuoto....... poi il nulla e infine l'impatto contro il muro.... il risveglio e l'immagine sfumata di una mano e di un volto al mio fianco.


1 commento:

Anonimo ha detto...

...ascoltando il tuo racconto si potrebbe chiamare MIRACOLO...
perderti cosi sarebbe stato devastante...ed invece siamo qui a ringraziare quella mano che ti ha salvato e quel volto che ti ha tenuto compagnia...un abbraccio stretto!
Amica di baita