giovedì 11 aprile 2013

"Un segreto tra di noi" di Dennis Lee

Dando un’occhiata alla locandina del film, non sono riuscito ad intuire nulla di quello che questo film mi avrebbe poi mostrato. Inizialmente mi era sembrata una foto delle tante fatta su qualche passarella di qualche festival.
Dietro alla locandina, poi,  Un segreto tra di noi  il titolo inesorabilmente banalizzato dai nostri distributori (l’originale è "Fireflies In The Garden", e cioè "Lucciole in giardino").
“Fireflies in the garden” è il libro della svolta nella carriera di Mike Taylor (Ryan Reynolds), scrittore di successo ma uomo tormentato dai ricordi di un infanzia non certamente felice: il manoscritto che il protagonista porta porta con sé in occasione della festa di laurea della madre è il mezzo per chiudere i conti con un padre despota (a cui basta e avanza la faccia di William Defoe) ma anche lo strumento per riconciliarsi con un vissuto familiare caratterizzato dal disagio di chi si sente sempre fuori posto.

Un mondo problematico e privo di certezze che rischia di rimanere tale quando una tragica fatalità toglie al protagonista l’unica ancora di salvezza e lo costringe ad un confronto prima personale e poi collettivo con gli altri membri del nucleo familiare. Nella sceneggiatura di "Fireflies In The Garden" mi è sembrato fin da subito di riconoscere qualcosa di familiare, un deja vu.

In effetti la traccia del film rimanda chiaramente ad un capolavoro del regista svedese Ingmar Bergman "Il Posto Delle Fragole" del 1957. A questo film Bergman vi si dedicò con così tanto impegno, che alla fine delle riprese dovette essere ricoverato in una clinica per esaurimento nervoso. Il film ebbe un grande successo ed ottenne l'Orso d'oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia.

Nel Il Posto delle Fragole c'è un vecchio professore a dover fare i conti con il suo pesante-passato e il suo breve futuro durante un viaggio tempestato di visioni oniriche miste a ricordi. Mentre qui un giovane scrittore trentenne fa i conti con un preciso particolare della sua infanzia per correggere il suo lungo futuro. E’ purtroppo a livello formale che Un Segreto Tra Di Noi tenta di guardare a Bergman.

Il film pur non avendo la folle tempesta visionaria di Il Posto Delle Fragole, commistiona spesso ricordi e suggestioni al presente, passa molto tra le due linee temporali e cerca un punto di fusione in modo da arrivare a far sì che la sola presenza di un oggetto nella linea del presente scateni nello spettatore suggestioni relative a ciò che già ha visto della linea del passato. Forse il film mira troppo in alto per le proprie potenzialità,
mancando non solo di creare una dimensione “onirica” dove presente e passato si parlino o almeno interagiscano, ma anche limitandosi a riproporre il modello originale con l’eccezione di una evidente frammentazione narrativa, che diventa un escamotage per nascondere mancanza di nuove idee.
Forse la motivazione più forte per vedere questo film, a parte un cast stratosferico che raccoglie, oltre agli attori già citati, Julia Roberts, Carrie Anne Moss,  alla fine risulta essere la canzone  "Surround me with your love" del gruppo 3-11 Porter,  divenuta famosa per essere stata utilizzata in alcuni spot pubblicitari di successo.
La canzone merita da sola il film e forse anche molto di più.
Mettete in pausa il player di sottofondo e guardatela con il cuore nella sua versione originale.

Pederobba - Monfenera

Una volta arrivati in auto a Pederobba, dopo aver oltrepassato la Chiesa, si prosegue lungo via Roma fino alle scuole che si trovano sulla destra, mentre a sinistra si può osservare lo storico edificio delle Opere Pie, poco prima della stradina che sale all’ospedale.
Parcheggiata l'auto davanti alle scuole, si attraversa la strada e si passa sotto la volta dell’edificio storico, entrando nella corte interna aperta verso la montagna.

In fondo a questo viale, dove inizia il bosco, sulla destra possiamo osservare un sacello protetto da grandi alberi. Quì riposa la memoria del conte Guglielmo Onigo e di Teodolinda, personaggio di triste fama e triste fine.
Quì inizia la salita sul sentiero n.221 “dei Conti Onigo” recentemente sistemato nella parte iniziale, per raggiungere un bel castagneto (rinomati sono i marroni del Monfenera!) con piante antiche, scolpite come mitici ciclopi fino a sbucare sulla strada asfaltata.

Si interseca più volte la strada asfaltata che poi abbandoniamo per raggiungere la Trattoria San Bastian sulla nostra destra e, entrati nel parcheggio del ristorante a sinistra prendiamo il sentierino che ci conduce al sovrastante colle dove si erge la chiesetta di San Sebastiano (m. 428- 45 minuti). Volendo si può visitare la galleria, recentemente ripristinata, che fora da parte a parte la montagna e si affaccia sul precipizio che guarda la stretta di Quero.

Superata la chiesetta, si prende una carrareccia che riporta alla strada asfaltata. Se ne percorrono pochi metri verso nord, si taglia un dosso su un breve tratto di sentiero e si ritorna ancora sull'asfalto.
La salita riprende aggirando La Castella.
La sella successiva è storicamente importante perché qui ci sono i resti di un trincerone italiano e questo è stato il punto di massima penetrazione dell’offensiva austriaca nella battaglia di arresto (novembre 1917), strenuamente difesa con combattimenti corpo a corpo, alla baionetta. Seguendo l’elettrodotto si sale decisamente sulla sommità orientale del Monfenera: Busa dei Bai, a quota m.623.

Qui troviamo un recente fabbricato per ricovero di pecore.
Il panorama si apre sulla conca di Alano-Quero e sulle cime settentrionali del Massiccio del Grappa.
Mentre verso sud lo sguardo è calamitato dalle anse tortuose che il Piave disegna verso la pianura e i colli asolani.


Recuperiamo la strada sterrata a sinistra seguendo la dorsale lungo la quale nel periodo 22 novembre – 30 dicembre 1917 i due fronti nemici correvano assai vicini. Dopo la battaglia del 30 dicembre l’intera dorsale venne definitivamente occupata dai francesi “Cacciatori delle Alpi” ed il fronte austriaco fu arretrato nel fondovalle di Alano.

Percorriamo verso ovest il crinale che porta verso il Monte Tomba e, ritrovata lo strada asfaltata, si arriva in breve presso l'Osteria alle Betulle (m. 712; ore 1.30).   Per il ritorno si può proseguire ancora per il sentiero cai n. 221 che con largo giro per i boschi grandi e la Val dei Meloni scende a valle passando per un bellissimo castagneto coltivato tra case e baiti ben ristrutturati.

Arrivati in paese prendiamo via G. Piazzetta e poi via A. De Gasperi per arrivare alla principale via Roma.  Qualche centinaia di metri e siamo di nuovo al Parcheggio delle scuola dove avevamo lasciato l'auto.

Partenza: Pederobba
Arrivo: Osteria alle Betulle - Monfenera
Dislivello comul. totale: 500 mt
Tempo impiegato: 3 h e 30'
Distanza con alt.: 11 km