sabato 25 maggio 2013

Valbrenta: a Enego per l'antico sentiero della Piovega

Il sentiero della "Piovega" è  una ampia mulattiera selciata probabilmente del XIV° o XV° secolo secolo come buona parte dei sentieri storici del Canal di Brenta), e tutt'ora ben tenuta, simile alla più nota Calà del Sasso a Valstagna e al sentiero della Val Goccia a Cismon o ancora della Sannazzara che dalle Aste Rosse scende a San Nazario. Ma la storia di questo tracciato è ben più antica.

Sicuramente era una delle principali vie di comunicazione verso l'altopiano già in epoca romana, probabilmente il sedimento principale apparteneva ad una strada armentaria romana, e come tutte le strade armentarie costruite dai romani serviva per portare gli armenti dalla pianura ai pascoli dell'Altopiano, ma anche a fare transitare le merci dell'attività armentaria estiva (il formaggio, la ricotta, ma soprattutto la carosa...) verso la città di Padova (Patavium).

Quello che stupisce è immaginare che possano esservi sentieri che affrontano le colossali pareti verticali a tratti strapiombanti, alte anche 500/600 metri caratteristiche del tratto nord della Valbrenta nei pressi della gola di Cismon. Come sorprende che un luogo così apparentemente inacessibile (si pensi ai secoli scorsi quando non esistevano le attuali strade asfaltate), quale la montagna di Enego, in realtà sia facilmente raggiungibile in un paio d'ore di cammino dalla conca di Cismon.

 Il sentiero parte da Piovega di Sotto (m 200), poco a nord di Cismon, raggiungibile facilmente da settentrione uscendo a destra dalla SS47, in corrispondenza della Birreria del Cornale. Provenendo da sud, occorre abbandonare la SS47, allo svincolo per Costa e portarsi sulla strada destra Brenta per poi procedere verso nord fino al parcheggio nei pressi della birreria anzidetta.

Il sentiero da seguire è il n.791, che inizia appena a sud della birreria nei pressi di un capitello dai colori intensi dedicato alla Madonna del Pedancino. Dopo aver costeggiato una vecchia rete di protezione la mulattiera incomincia ad assumere la sua vera fisionomia di ampia e importante via di comunicazione fra l’Altopiano e il fondovalle assecondando mirabilmente l’aspra conformazione del terreno.

Tutto questo primo tratto del percorso è punteggiato da capitelli, testimonianza della fede popolare degli abitanti delle numerose frazioni di Enego.
Comunque siano le nostre convinzioni religiose, questi segni, specie se si cammina in silenziosa solitudine, ci donano grande conforto e la compagnia di uomini che hanno regalato tante ore di lavoro solidale per rendere transitabili questi luoghi, manifestando nel contempo la loro religiosità e le loro umili storie quotidiane.

 Ad un tornante sinistro troviamo un capitello seicentesco con una bella Madonna 'mora', noto come Capitello dei Meneghini, mentre poco più sopra, nella parte in piano, in corrispondenza del quinto capitello dedicato a Sant'Antonio alla quota di 500 mt, c’è un bivio. Prendiamo la mulattiera di sinistra in direzione del Col Bertaise contrassegnata  sempre con simboli bianco-rossi ma senza numerazione.

I numerosi tornanti, sorretti da robuste massicciate, consentono di superare le verticalità della pareti rocciose e di compiere così, con pendenza sempre moderata, il balzo conducendoci ai prativi appena al di sotto della frazione di Enego denominata Valdifrabbro, dove i profili del terreno diventano più morbidi.
La mulattiera con un lungo traverso in piano ci conduce al cimitero e al parco di Enego appena sopra al centro del paese.

In breve siamo alla piazza Municipale.
Vale la pena affacciarsi dalla terrazza panoramica accanto alla Torre Scaligera, l'unica rimasta del Castello Scaligero trecentesco, dove  possiamo osservare la profonda spaccatura del Canal di Brenta, oltre la quale la tondeggiante altura del Col del Gallo e sullo sfondo le Vette Feltrine con la piramidale mole del Pavione e a sinistra le ardite guglie delle Pale di San Martino.

Iniziamo la discesa proprio dall'incrocio principale di Enego ai piedi della grande scalinata della chiesa. Prendiamo la stradina-rampa cementata dove subito troviamo il rassicurante cartello Cai che ci indica la discesa per Fosse e Piovega di Sotto, sentiero n.791 ore 1:30 (che mediamente ci impegnerà in discesa per poco più di un'ora).
Il primo tratto ci fa transitare in mezzo ai caratteristici caseggiati di Fosse di Sopra per poi procedere rettilineo sul fondo della valletta per giungere a Fosse di Sotto. Attraversiamo la strada principale che sale a Enego e ancora sotto il ponte stradale, dove inizia la mulattiera della Piovega.
Poche decine di metri dopo ritroviamo il capitello di Sant'Antonio.

Qui si chiude anche il percorso circolare relativo alla parte alta dell’escursione e da questo punto il rientro al parcheggio avviene ripercorrendo in discesa la mulattiera dell’andata.
Quindi non ci resta che ripercorrere l'antico sentiero per ritornare alla Piovega di Sotto, per un eventuale ristoro al frequentatissimo (soprattutto da cicloturisti che percorrono la pista ciclabile) Birreria Cornale.


Partenza: Birreria Cornale
Arrivo: Enego
Dislivello comul. totale: 600 mt
Tempo impiegato: 3 h e 00'
Distanza con alt.: 9 km
Difficoltà: E
Carta: 1:25000 Canale del Brenta Sez. Vic. CAI 






6 commenti:

donato ha detto...

Son andato oggi x quel sentiero, ma poi sul capitello ho preso quello di destra e credo di essere arrivato un po' a enego.
Quindi ho proseguito x il monte lisser, e tornando giu ho preso x sbaglio un'altra di quelle strade che mi ha fatto finire 3 km più a nord sulla ciclabile.

mario ha detto...

Hai fatto un giro molto lungo, ma anche molto bello (panorami sulla Valbrenta e sul Grappa oltre che verso il Coppolo).
Se hai preso a destra al Capitello dovresti essere entrato a Enego con la Chiesa alla tua destra.
Complimenti

m.

Unknown ha detto...

Ma se è impraticabile? Io ci sono andato più o meno tra il 15 e il 20 agosto indicativamente ed era pieno di rovi al cornale manco ci potevi passare come avete fatto?

mario ha detto...

@Gianluca:
non saprei cosa dirti, ma quando lo abbiamo fatto noi (eravamo un gruppo di 5 persone) il 22 maggio 2013 (come puoi vedere dalla data impressa nelle foto) il sentiero era percorribile (a parte due alberi di traverso al sentiero appena dopo il primo tornante).
L'unica altra cosa da segnalare erano i sassi e i massi caduti sul sentiero che per fortuna essendo molto largo perché riprende la vecchia mulattiera permette ancora un transito pedonale senza problemi.
Se tu apri la foto numero 4 potrai vedere il sentiero perfettamente visibile appena a sinistra del Capitello della Madonna.
Si vede chiaramente anche un masso nel mezzo del sentiero che dovrebbe impedire il transito alle bike e alle moto.

Unknown ha detto...

ciao, è fattibile in questi giorni se fa bello? ce neve?

mario ha detto...

@alberto ballan:
si è fattibilissimo, a meno che non nevichi proprio in questi giorni.
Ma le previsioni meteo dicono che se ci sarà neve sarà sopra i 1600 metri, per cui...
Buona escursione