sabato 8 giugno 2013

Cannaregio: il Ghetto della memoria

Una volta sceso alla fermata dei Tre Archi percorro verso est le Fondamenta Cannaregio fino all'osteria Gam Gam dove giro a sinistra verso il Ghetto Nuovo.
Forse pochi di noi sanno che la parola "Ghetto"  ha una derivazione tipicamente veneziana. Sembra derivi dal getàr (fondere), facendo riferimento alle fonderie presenti nella zona prima del decreto del 1516 che istituiva il Ghetto.

Le comunità ebraiche a Venezia furono numerose fin dal Medioevo, ma solo nel Cinquecento furono ammassate e rinchiuse in quest'isola, all'interno di Venezia, chiamata col nome della fonderia che vi operava. 
Ghetto, deriva infatti dal veneto "Gheto" (con la G dura) che stava proprio ad indicare la fonderia di rame di Cannaregio: questa l'origine banale di una parola che ebbe il destino di entrare nella Storia con un bagaglio enorme di intolleranza e di dolore.

I motivi che hanno indotto Venezia a isolare gli ebrei erano di tipo economico e sociale. Un isolamento che durò fino alla caduta della Repubblica nel 1797. Il ghetto ebraico raggiunse il picco di popolazione nel 1600 con 5000 abitanti; la presenza di tante persone in uno spazio delimitato costrinse la Serenissima a far frazionare le stanze delle case con tramezzi di legno e ad elevare gli edifici fino a raggiungere nove piani, dando origine alle case più alte di Venezia

Di certo è un luogo che ha un fascino particolare, oltre ad essere frequentato molto poco dai turisti, con il suo campo arioso, solare, alberato con i bambini che si divertono a giocarci incuranti delle memorie racchiuse sui bassorilievi che mostrano la deportazione, e con i nomi di chi partì senza fare più ritorno.

...distolgo lo sguardo dai segni e simboli della memoria e mi avvio per le Fondamenta della Misericordia, e non sembra proprio di essere a Venezia.

Seppure l'ora pomeridiana sia quella del pienone dei turisti, in questo angolo della città sono quasi da solo e solo qualche veneziano (la cui cadenza dialettale si fà sentire subito) seduto ai tavolini all'aperto della famosa osteria Al Timon  accompagnano il mio peregrinare.......

A pochi passi dal Ghetto in questa piccola osteria, anzi "bàcaro" per i veneziani, gestita da giovani veneziani si possono assaggiare degli ottimi cicheti e buoni vini da sorseggiare seduti sulla fondamenta d’estate, oppure sulle tavole del bagarozzo ormeggiato difronte.
Datevi tempo, osservate il via vai e gustatevi qualche cicheto.  Sarà il miglior "tempo perso" che abbiate mai scelto di vivere nelle vostre escursioni a Venezia. 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao ... ricordo il "tempo perso" che mi hai fatto vivere un pò di tempo fa.. bella gita in questi luoghi pieni di storia. Mi hai fatto venire voglia di tornarci.. Aly

mario ha detto...

@Aly ...Infatti è in parte il giro che avevamo fatto quel giorno di fine aprile del 2006.
Sono passati parecchi anni, ma la mia città è sempre uguale a se stessa ma nello stesso tempo sempre così diversa.

Anonimo ha detto...

Anch'io ricordo quel bellissimo giro fatto insieme e lo rifarei molto volentieri.

Ciao Aly e alla "guida" Mario

Maria

hotel venezia aeroporto ha detto...

Il reportage fotografico è fantastico! Senza alcun dubbio, questo posto è incredibile. Buona raccomandazione!