lunedì 15 luglio 2013

La Strada degli Eroi e la zona sacra del Pasubio

Da molto tempo avevo intenzione di fare questo percorso che mi avrebbe permesso di visitare la zona sacra del Pasubio.Quando ero un ragazzo ero salito al Pasubio più di una volta per la celeberrima strada delle 52 gallerie, opera splendida di ingegneria militare, ma mi ero sempre ripromesso di salire a visitare l'altopiano del Pasubio per la Strada degli Eroi.

La Strada degli Eroi è un tratto di strada carrabile costruita in seguito alla Prima Guerra Mondiale per dotare la zona sommitale del monte, zona Sacra alla Patria per decreto del 1922, di una via d'accesso sicura. La strada degli Eroi vera e propria è lunga circa 3 chilometri e collega la Galleria d'Havet al Rifugio Achille Papa alle Porte del Pasubio, e lungo la quale si trovano le targhe celebrative con i nomi dei dodici eroi.

Mentre oggi per estensione con il termine di Strada degli Eroi ci si riferisce all'intera rotabile della Val Fieno, che sale dal Pian delle Fugazze (1162 m), al confine fra la provincia di Vicenza e di Trento fino al Rifugio Papa (1928 m). La strada, chiusa al traffico è lunga nella sua interezza 10,6 chilometri, segnati da pietre miliari che ogni chilometro danno la distanza dall'inizio.

La partenza di questa escursione avviene da uno dei vari parcheggi, per la maggior parte a pagamento ma alcuni liberi, disposti al Pian delle Fugazze. Per convenienza, dal momento che una volta arrivati sulle cime del Pasubio ci siamo riproposti di esplorare l'Altopiano in lungo e largo, abbiamo deciso di risparmiarci metà salita usufruendo del servizio di bus navetta  (a pagamento ) che ci porta fino alla galleria Havet saltando così 7 km di tornanti in salita.

Una volta parcheggita l'auto siamo riusciti a prendere la navetta da 20 posti (parte quando è abbastanza piena) e dopo circa 30 minuti, fra spettacolari tornanti e incroci con nugoli di ciclisti in MTB, arriviamo alla galleria a quota 1797 m.
Arrivati, scendiamo e, pagati i 10 € a testa, ci incamminiamo lungo la galleria e verso il rifugio Papa.

Purtroppo una volta percorsa la galleria, intitolata al Generale del genio d' Havet, e passati dalla Val di Fieno alla Val Canale, ci troviamo all'improvviso immersi in una nebbia (calivo) che non ci saremmo mai aspettati.
Un piccolo squarcio nel calivo lascia intravvedere in valle le case puntiformi delle contrade sopra Valli del Pasubio.

Dopo cinquencento metri, la nebbia si alza lasciandoci intravvedere un panorama  radicalmente cambiato; sono spariti i larici e gli abeti e tutte le piante d'alto fusto sono state sostituite da rocce ed arbusti (pino mugo) in un paesaggio irreale e lunare.
In lontananza si intravvede anche il Rifugio Papa.

Lasciamo la strada degli eroi che riprenderemo al ritorno e imbocchiamo a sinistra uno stretto sentierino contrassegnato con il segnavia n. 398 e denominato sentiero delle creste che ci condurrà fino ai 2120 metri della Sella dell'Incudine.
Dopo alcuni iniziali tornati  tra rigogliosi pini mugo e rododendri in fiore, il sentiero diventa stretto e quasi sempre esposto sui ripidi dirupi del Soglio dell'Incudine.

Il sentiero risulta spesso intagliato nella roccia, in gallerie strette o sostenuto da muretti a secco ma rimane veramente divertente e poco faticoso da percorrere nonostante i continui saliscendi, risultando un vero e proprio sentiero di arroccamento dal quale potrete godere di splendide viste sulla Val Canale e sulle dirupate e scoscese pareti del Campanile della Val Fontana d'Oro, se solo sarete tanto fortunati da non trovare (come noi) una giornata nebbiosa.

In compenso ci siamo fermati almeno una decina di volte per ammirare e fotografare intere praterie di stelle alpine. Sinceramente, durante le mie escursioni, neppure sulle dolomiti non ne avevo mai viste così tante e così grandi. Solitarie, in gruppi o accompagnate da altri fiori di tutti i colori, le stelle alpine ci hanno regalato quelle emozioni che il calivo ci aveva negato. Ora capisco perché, secondo alcuni, la stella alpina è il simbolo del Pasubio.

Il sentiero, una volta raggiunta la quota più elevata dell'Incudine, in una giornata limpida offre ad ovest una vista spettacolare su tutta la Vallarsa  mentre il Pasubio nelle sue cime sommitali, traforate e percorse da centinaia di gallerie e ricoveri, dà il meglio di sè mostrando il suo ambiente selvaggio e petroso.

Questa escursione dobbiamo vederla come un "pellegrinaggio", pertanto il nostro procedere è tranquillo e condizionato dall'osservazione delle infinite postazioni militari, gallerie, caverne, manufatti, resti arrugginiti di "cose" metalliche e di ossa umane.
Ci incamminiamo per il sentiero 105 e dopo circa 30 minuti arriviamo alla cima Palon a 2232 metri.

Da qui lo sguardo, causa nuvole basse, stenta a vedere il Cornetto e il gruppo del Carega, immaginando, se il tempo fosse bello, quale sarebbe lo spettacolo. A questo punto decidiamo per una sosta cercando di riprendere le forze con quello che ognuno si è portato da casa; qualche panino, della frutta, per me le solite scorze di arancia candite (vi ricordate la ricetta dello scorso anno ?) e della cioccolata fondente.

Superiamo il Palon e cominciamo a scendere verso il Dente Italiano, ancora tra caverne e trinceramenti, resti di ricoveri e cisterne per l'acqua che doveva essere pompata dalla Val Leogra o portata a dorso di mulo per le decine di migliaia di soldati che hanno vissuto anni in questo infinito altopiano di rocce perforate da chilometri di gallerie.

Arrivati al Dente lo percorriamo verso nord, osservando le postazioni di artiglieria e di mitragliatrici, diverse tabelle illustrano gli appostamenti ed il volume di fuoco, arriviamo così al termine, o almeno a quello che rimane del Dente, una immensa frana ci si presenta agli occhi, frana dovuta ad una mina fatta brillare dagli Austriaci il 13.3.1918. La desolazione di questo ammasso di pietre ci rende tristi e ancora più silenziosi.

fine prima parte


2 commenti:

Remigio ha detto...

Ciao Mario
l'anno scorso con mia figlia ho fatto la strada delle gallerie, che però poi non ti permette di visitare tutta la parte sommitale del Pasubio. Ci eravamo pertanto proposti di fare proprio il giro che hai fatto tu, usufruendo del bus navetta. Spero di poterlo fare il prossimo mese o forse il periodo migliore è settembre. La tua descrizione mi sarà senz'altro utile.
Remigio

mario ha detto...

ciao Remigio,
è veramente una splendida escursione che merita una giornata intera.
Pellegrinare senza orario in quell'altopiano è veramente emozionante forse ancor di più dell'Ortigara e sicuramente molto di più del Grappa.

Ricordati, prima di partire, di chiamare RAOSS RINO al numero 347 571 4905 per informarti sugli orari e sulla disponibilità del bus navetta.