sabato 28 marzo 2015

Il monte Pore dal Passo Giaù

Il Monte Pore (2405 m) è una cima isolata a forma piramidale che fa parte del gruppo Averau-Nuvolau, meno slanciata e famosa delle vette dolomitiche circostanti. Presenta su tutti e quattro i lati delle coste che scendono verso il fondo valle ed in particolare incombono sugli abitati di Larzonei (Livinallongo) e Colle Santa Lucia. Queste coste un tempo erano utilizzate soprattutto per pascolo e per la fienagione anche se una vasta area era destinata all'attività mineraria estrattiva (miniere del Fursil) e collocandosi quindi lungo l’antica via del ferro, posta geograficamente al centro dell’area dolomitica, nella parte più a nord dell’Agordino, compresa fra i massicci della Marmolada, del Civetta e del Pelmo.

La sua isolatezza però la rende anche un punto panoramico eccezionale e i suoi pendii, quasi tutti sciabili, fanno di questa montagna un'interessante e appagante meta scialpinistica. E non solo. Poco prima di giungere al passo di Giau da Selva di Cadore, sulla sinistra si trova la località Fedare, qualche fienile adattato a baita, un rifugetto, la seggiovia che raggiunge forcella Averau con le relative piste da sci a cavallo tra l'Averau e il Nuvolau.

Con questa relativamente breve ma impegnativa escursione volevamo invece puntare a sud, verso la grande piramide erbosa del m. Pore, sorella del non lontano Col di Lana, caratteristica per la roccia magmatica nera che contrasta nettamente con le rosate rocce dolomitiche. Dalla Cima si gode uno splendido paesaggio sia sulle Dolomiti Agordine che sulle Dolomiti Ampezzane; infatti è un itinerario molto apprezzato non solo dagli scialpinisti ma anche dagli escursionisti.

Accesso:
Partendo da Selva di Cadore, si prosegue verso il Passo Giau, fino al Rifugio Fedare (mt. 2.000), a circa tre km dalla cima del Passo, dove un ampio parcheggio consente di lasciare l'automobile. In stagione è attivo anche un servizio di Skibus (costo Euro 4.00 A/R), che consente di raggiungere la partenza di Fedare senza muovere la macchina. Lasciamo dunque l’automobile al Rifugio Fedare, dove parte la seggiovia che sale al Rifugio Averau.

Subito a fianco del parcheggio, passiamo sotto alla seggiovia (leggere bene la cartellonistica), seguendo i segnavia bianco-rossi (sentiero CAI 463). Purtroppo le difficoltà iniziano già da subito in quanto la traccia di salita si ferma ad una chiesetta alpina circondata da graziose baite. Da questo punto dobbiamo battere traccia affondando nella neve fresca che è caduta abbondante l'altro giorno (40 cm).

Proseguiamo con difficoltà, puntando a destra e seguendo una dorsale punteggiata da baite e fienili, e dopo circa un'ora dalla partenza giungiamo alla cresta del Jof de Melei, a quota 2.140 mt. Siamo sulla cima dello spartiacque fra la montagna di Andraz e Fedare, Il cielo è terso e, davanti a noi si apre uno splendido panorama sulle valli e sulle montagne circostanti. Spiccano in primo luogo a sud-est il Pelmo e il Civetta, mentre a sud-ovest spicca la Marmolada con il suo ghiacciaio sciabile, ma non sfigurano l’Antelao, il Boè, il Sassongher, il Sorapis e molte altre crode.

Non c'è una nuvola in cielo, ma questo grazie ad un vento che sta spirando ad 80-90 km/h con un  wind chill marcatamente sotto lo zero termico. Dopo una brevissima pausa, giusto il tempo per qualche foto e prima di trovarci con le mani congelate, ripartiamo seguendo la cresta che separa la Val Codalonga dai prati del Monte Pore e che risale l’evidente costone nord-est del monte.

Oggi sicuramente dobbiamo rinunciare a salire in vetta così decidiamo, assieme ad altri due escursionisti, di tentare almeno di arrivare alla croce posta di recente in ricordo di Don Claudio Sacco, travolto da una valanga mentre sciava in solitaria il 3/12/2009. Purtroppo il vento spira ancora più forte e non ci lascia neppure per un istante.

Sotto di noi uno speedriding rinuncia alle sue evoluzioni e, disteso sulla neve, aspetta che il vento cessi per recuperare la sua attrezzatura. La situazione è veramente critica; con il vento facciamo veramente fatica a reggerci in piedi e inoltre dovremmo battere traccia con 50-60 cm di neve fresca e ventata. Così,  dopo averne discusso, decidiamo di ritornare a valle.

Qualche volta la rinuncia alla vetta pesa come un macigno, ma non oggi. Ci riteniamo pienamente appagati dalla splendida giornata e dai panorami incantevoli che si sono aperti davanti a noi.
Una volta scesi, poco sopra la chiesetta ci fermiamo in un grazioso baito per gustarci un po' di sole primaverile, prima di ritornare al Fedare dove abbiamo l'auto.

2 commenti:

Sipsofbeer ha detto...

Giornata stupenda, nonostante il vento birichino che ci ha ostacolato non poco lassù verso il Pore

mario ha detto...

si e poi c'è da mettere in conto che ci siamo anche arrostiti per bene, direi quasi come le costine d'agnello che ci ha servito Gigi alla sera.