lunedì 25 luglio 2016

Le cascate di Riva di Tures e il sentiero tematico di San Francesco e Chiara

Spettacolari cascate, un sentiero che invita alla riflessione e un'atmosfera piacevolmente tranquilla (a meno che non abbiate la sfortuna di incontrare uno squadrone di ragazzi sguinzagliati in completa libertà) sono gli elementi che rendono le cascate di Riva una meta molto apprezzata nell'area vacanze Valle di Tures e Aurina.
Il sentiero di S. Francesco inizia al parcheggio di Bad Winkel a Campo Tures con una porta simbolica e accompagnato dal segno "T", come l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico, il "tau".
Il cammino conduce attraverso il bosco, talvolta decisamente ripido, lungo uno degli spettacoli naturali piú impressionanti della Valle Aurina, le cascate di Riva, fino alla Cappella di Francesco e Chiara.




Il sentiero che conduce alle cascate è il nr. 2 e ripercorre, contemporaneamente, il sentiero di S. Francesco.
 Inizialmente il percorso sale leggermente in un fitto bosco con una ricca vegetazione di felci, muschi e numerosi funghi e in poco tempo raggiungiamo, assieme ad un gruppo rumoroso e frettoloso, la prima cascata.
Lo spettacolo è mozzafiato, tanto per gli adulti quanto per i bambini.
Tutti restiamo incantati nel vedere con quale impeto e con quanta potenza queste enormi quantità d'acqua si riversino a valle!

La luce penetra tra le fronde degli alti abeti e pini creando dei giochi di chiaro-scuro suggestivi e molto piacevoli.


Affascinante è anche l’avvicendarsi su tutto il percorso di sculture lignee (eseguite da artisti della Valle Aurina) che, come tappe di una Via Crucis, scandiscono i versetti del Cantico delle Creature di S. Francesco d'Assisi.
Il Cantico è strutturato come una lode a Dio per la bellezza del creato, e mescola elementi della tradizione dell’Antico Testamento con espressioni linguistiche tipiche del volgare popolare del tempo.
Il sentiero diviene allora non solo un percorso paesaggistico affascinante sia per natura selvaggia che si esprime attraverso la forza dell'acqua sia per la capacità di questa di creare un ambiente suggestivo ed evocativo,  ma soprattutto spirituale e meditativo che, per i suoi circa 300 mt di dislivello, conduce l’anima a ben altre quote!

Ben presto il silenzio del sottobosco viene interrotto dal fragoroso scrosciare delle acque impetuose del torrente Riva che, attraverso la Gola di Tobl ed alimentato dai ghiacciai delle Vedrette di Ries, crea un monumento naturalistico da non perdere.
Siamo alla seconda cascata.
Per raggiungere la terza cascata, la più alta delle tre, dobbiamo percorrere un tratto decisamente ripido.
La vista dell'incredibile spettacolo naturale offerto dalla terza cascata ci ripaga ampiamente della fatica che abbiamo profuso a piene mani durante la salita.
Questa è una delle cascate più alte di tutto l'Alto Adige: enormi masse d'acqua si gettano impetuose nella gola di Riva, facendo salire magicamente al cielo milioni di minuscole perle d'acqua.


Ci soffermiamo incantati ad ammirare la spettacolare forza dell'acqua!
Qui un ponte ci conduce sull’altra sponda del torrente e rappresenta un belvedere tanto stupendo quanto umido!! ma comunque sicuro.

A questo punto il percorso di visita delle cascate è terminato ma il sentiero di S. Francesco continua con una impietosa salita di circa 150 mt.
Così dopo alcune timide esitazioni del gruppo riprendiamo a salire il sentiero irto caratterizzato da staccionate, gradoni rocciosi o in legno e dalle immancabili stazioni meditative del Santo.


L’acme spirituale ma anche fisica della nostra escursione la raggiungiamo nei pressi della cappella di Tobl, piccola chiesa in granito ricostruita sulle rovine di quella che fu la cappella del castello Toblburg (anche noto come castel Kofel) abitato dai signori di Tures prima che si trasferissero al più imponente castello di Campo Tures.

La cappella è costituita da un piano principale nonché da una cripta anch’essa dotata di altare, il tutto di dimensioni ridotte ma accoglienti.
In questa calda ed afosa giornata di fine luglio il fresco dell’edificio e il suo significato ci induce non solo in riflessione ma anche in preghiera. Perciò esitiamo più di qualche minuto in raccoglimento prima di uscire nuovamente al caldo per riprende il sentiero in direzione inversa per il ritorno.

sabato 9 luglio 2016

Valles: Malga Fane al Lago Selvaggio

Da Rio pusteria, dopo aver raggiunto Valles, al limite del paese si trova un grande parcheggio sulla sinistra da dove un bus navetta ci porterà ad un successivo parcheggio a monte.
Da questo in pochi minuti raggiungeremo Malga Fane. Idilliaco conglomerato di costruzioni alpestri circondato da verdeggianti prati dove, per un momento, sembra che il tempo si sia fermato.


Da qui parte la nostra escursione che inizialmente ci porta a costeggiare l'ombrosa Schramme, la stretta gola del rio Valles,  fino ad un bivio. Fa molto caldo. Oltre la gola la valle s'apre d'incanto: una distesa ondulata di verde dalla quale emergono severi monti che sfiorano, e spesso oltrepassano, i tremila metri! Continuando dritti si sale al rifugio Brixen mentre noi prendendo il sentiero  a sinistra risaliremo la valle del Seebach.

Queste remote montagne, percorse anche da una ben segnalata Alta Via, offrono panorami incantevoli e sono ancora poco frequentate, nonostante una rete di ottimi sentieri  consenta di visitarle assaporandone colori e silenzi interrotti  dai segnali d'allarme delle marmotte mentre sui ripidi e verdi pendii si può avere anche la fortuna di notare l'evoluzione di un' aquila. 

Arrivati alla malga Labesebenalm (2.138 mt) non si vede ancora nessuno e nel frattempo il cielo si sta popolando sempre più di nubi. Camminiamo su estesi pascoli e a 2475 metri proseguiamo lungo il sentiero che sale a destra.   Durante una breve pausa mi siedo ad ascoltare il silenzio di questi luoghi molto diversi dal brusio e dal ciociare che oramai accompagnano molti sentieri delle dolomiti in questo periodo. Superiamo senza alcuna difficoltà il breve tratto di sentiero attrezzato che taglia il ripido pendio erboso che precipita nel Seebach. Siamo in vistas del Lago Selvaggio.

Osserviamo, al di là del lago la biforcuta cima della Wilde Kreuzspitze (Picco della Croce  3.135 mt) ancora abbondantemente innevata, come pure la sella del Rauhtaljoch a 2.800 mt. Peccato si poteva anche tentare l'ascesa alla vetta ma la neve è troppa e quasi tutti tornano indietro.
Decidiamo di calarci sulla sponda sud del lago dove, il colore dell'acqua verde smeraldo, è ammaliante, è un'acqua che attira.. Un ultimo sguardo a questo splendido gioiello incastonato tra verdi praterie alpine e, a malincuore, riprendiamo il sentiero dell'andata.