lunedì 11 febbraio 2019

Tra le nevi con Giorgio e papà

Ve ne siete andati tutti e due in una fredda giornata d'inverno.
Nel cuore ancora il brusio delle ultime parole,
siete scivolati via in silenzio.
Quel silenzio che adoravate ricercare tra i boschi e i monti, 

e che la malattia vi aveva imposto, obbligato e costretto.
Quella malattia che non era però riuscita a rubarvi
l'anima e i ricordi.
Quei ricordi che ora custodisco nel mio cuore,
racchiusi nelle lacrime di ieri come di oggi,
......e nei sorrisi forse di domani.



Questa sera, nel tepore del letto vado con questi ricordi dentro un tempo sempre più lontano.
Ma, ascoltando, ancor prima del crepuscolo dell’alba cerco anche di capire quale sarà il tempo di domani.
Se il silenzio fosse limpido aprendo gli occhi vedrei nel cielo la luna, tondeggiare tra le stelle, affacciarsi alla finestra della mia camera.

Resto in ascolto tra i ricordi e le lacrime.

Il silenzio esterno perviene a me ovattato, e la mia camera resta come isolata dentro il cielo.
Non si sentono i rumori delle auto
ne si ode quello dell’autocorriera che trasporta i primi studenti a scuola,
non si vedono neppure le stelle.
Allora capisco che è così perché sta nevicando.
Il grande cerchio attorno alla luna lo aveva previsto.
Che silenzio! Che tepore!

E sotto questa neve,
nei sentieri delle terre alte dove il mio pensiero mi porta,
tra i boschi e gli abeti carichi di una bianca coltre,
nei tramonti invernali malinconici e pieni delle ombre della sera,
non c'è momento in cui non senta con malinconica tenerezza
il respiro della vostra anima e la dolcezza dei ricordi che ancora vivono in me.