
Superato il ponte e lasciato a sinistra una variante del 605 (che riprenderemo nella discesa) il sentiero continua in salita, lasciando a destra un successivo rustico restaurato. Si introduce ora in Val Torra e sta sul suo margine destro orografico. Verso la fine il tracciato si fa un po’ più selvatico e malagevole, ma in breve si riguadagna la strada asfaltata che sale dal paese (q. 700).
Siamo sul punto in cui essa entra nel vallone roccioso per penetrare poi nella vicina galleria in roccia.
Un tempo era abitata stabilmente, anzi storicamente il vero nucleo del paese stava proprio in questa contrada contrassegnata dalla chiesetta eretta in onore di San Rocco. Sulla sommità di questo poggio gli abitanti vivevano tutto l’anno e dove si sentivano molto più sicuri dalle scorrerie e dalle invasioni che, fino al ‘600, sconvolsero la vallata. In basso, nella valle, i montanari avevano solo i fienili ma soprattutto i “casoti” per gli attrezzi (da cui il nome attuale del paese).
In seguito, fattasi più sicura la Valle, gli abitanti cominciarono a scendere per abitare stabilmente sui primi pendii del lato sinistro orografico del Torrente Astico. Gli ultimi abitanti lasciarono Belfiore dopo la seconda guerra mondiale. La vecchia chiesetta è stata ricostruita e restaurata nel 1975 con un risultato che per la verità non è per nulla in sintonia con l’architettura della contrada.

Superato il vecchio borgo il sentiero si fa più ripido e sale al pianoro del baito Cògola per poi mantenersi in quota tagliando trasversalmente la Val Grossa.
La valle mostra in alto le pareti erose che calano dall’altopiano di Luserna, in basso il solco boscoso che cala verso la valle dell’Astico.. A saliscendi, ma mantenendosi in quota, il sentiero taglia da est ad ovest tutta la parte alta della vallata sfruttando gli unici varchi che l’aspra morfologia di origine carsica consente.
Dopo aver superato l’ultimo erto canalone tracciato in un bosco rado di faggi e carpino, il sentiero si porta verso il centro di Luserna attraversando le innumerevoli terrazze sostenute da muretti a secco che, lavorate un tempo, rappresentavano gli “orti de Luserna”.
Si entra in paese e subito si ha la netta impressione di essere arrivati in un luogo particolare in cui boschi, persone e cose hanno un profumo d'altri tempi, quasi magico.

Sono sempre più convinto che potresti scrivere una "tua" guida di itinerari montani delle zone a te vicine (geograficamente e sentimentalmente parlando). E' un sogno che ho coltivato anch'io in passato...
RispondiEliminaMagari quando andrai in pensione...
Un abbraccio
giorgio
Non credo di essere alla tua altezza Giorgio caro. Devo macinare ancora molta strada e imparare a scrivere le cose ascoltando ancor di più il mio cuore.
RispondiEliminaMa so che se avrò la pazienza di seguirti nei tuoi percorsi imparerò ancora molte cose e chissà se un giorno......