
Andando a Trento lungo la statale n. 47 della Valsugana, subito dopo Pergine, si sale verso l’Altopiano di Pinè.
Da Baselga di Pinè si prosegue costeggiando prima il lago di Serraia e poi quello delle Piazze, che ricordano le atmosfere alla Schnitzler, esausti e tranquilli, con la loro solitudine fatta di canne, faggi e pini.
Passati i due laghi, e arrivati a Bedollo, si deve salire tra case e villette, oltre la chiesetta di Sant’Osvaldo, fino al nuovo "parco giochi".
Pochi metri prima del parcheggio del "parco giochi" si trova la Baita Alpina
Solamente allora, una volta sceso dall'auto e guardandoti attorno ti rendi conto di essere come sospeso sui laghi, attorniato da uno splendido bosco di betulle, abeti rossi, pini e faggi che frusciano un po’ nella brezza come a darti un dolce saluto di benvenuto.

C’è odore di legna nel fuoco, un grande paiolo per una polenta, profumo di vento e di vecchi bivacchi mentre seduto ad un tavolo osservi il bosco che si snoda dietro la baita, pieno di sentieri, mirtilli e fragoline rosse.
Il menù proposto è ricco di piatti tipici in coerenza con la semplicità e la tradizione della cucina trentina più classica ma con un'attenzione alla qualità delle materie prime da far concorrenza ai più blasonati ristoranti del pinetano.

La scelta è tale che ti ritrovi in difficoltà ad ordinare, e non ti fa inquietare nemmeno la preoccupazione del prezzo, che è veramente molto modico, rispetto a quello che puoi ordinare e al bel posto che di cui puoi godere.
Ci staresti delle ore e forse anche un'intera giornata, senza fretta, mentre avanzano le prime ombre della sera, radenti sull’erba con un luccichio di altri tempi.
Carissimo Mario
RispondiEliminaanch'io ho il posto mio preferito,
è vicino a casa. Ho la fortuna di vivere in un luogo solitario immerso nel verde, dove arriva qualche macchina solo perchè sbaglia strada.
Mi siedo sull'erba e osservo sotto la vallata, lascio scivolare giù i pesi della giornata trascorsa e mi riempio di suoni, di profumi, di colori, di vibrazioni della natura intorno... La sera poi mi tuffo nei tramonti che d'estate diventano più rosei rispetto a quelli infuocati di fine primavera...
...e mi interrogo sulla differenza che c'è tra vivere e campare.
"Le solitudini regolavano il fiato in faccia agli orizzonti. Ero scappato laggiù senza sapere accendere un fuoco, l'Argentina mi ha insegnato a campare, che è accamparsi. Diverso da vivere, che è trascorrere il tempo. Campare ha per traguardo la fine del giorno, il posto buono per il bivacco, acqua per il cavallo e sterpi per il fuoco.
...ho fatto l'ospite della natura e della sua carità abbondante. Valevo uno, che è il numero assegnato a ogni vita, senza garanzia di conservarlo. Poteva andare a zero tutti i giorni, dovevo guadagnarmi la durata"
Erri de Luca da "Il giorno prima della felicità"
marta p.
E' un gran bel posto, mi piace andarci soprattutto ora che per le montagne importanti è ancora presto.
RispondiEliminaE poi riserva spesso delle gradevoli sorprese....
Ciao, a presto
vittorina