In genere mi reputo abbastanza previdente nella valutazione di un itinerario cercando di ridurre al minimo il rischio meteorologico. Stavolta però ho sbagliato e la lezione è puntualmente arrivata. Ma come mi dice sempre Enrico: questa è la montagna e anche a luglio può risultare imprevedibile.
Ma andiamo con ordine.
Venerdì controllo costantemente le previsioni del tempo per il giorno seguente in prospettiva di scegliere un itinerario che risulti il meno esposto alle variabili temporalesche di questo strano periodo.
Alla fine decido per una escursione sull'Alpe di Siusi con salita al rifugio Bolzano, lunga traversata fino al rifugio Alpe di Tires e ritorno per la forcella dei denti di Terrarossa (Rosszahn Pass).
Così ieri mattina partiamo dalla stazione a monte della seggiovia che ci porta al Panorama dalla località Compatsch, arrivando in quota a circa 2000 metri.
Il bigliettaio della seggiovia ci guarda stupito, unici avventori dei luoghi. Forse tre minuti prima stava pensando se chiudere tutto e tornarsene a casa. Il cielo è coperto, le nuvole corrono veloci e le valli su Castelrotto e Ortisei sono immerse in bianche nubi.

Da qui seguiamo una strada sterrata che, in leggera discesa, ci porta, attraversando la valle che si affaccia ai piedi dello Sciliar, alla baita Saltner (1.850 mt) che risulta il punto, con la quota più bassa, da cui inizia la salita che ci porterà al rifugio Bolzano-Monte Pez.
A questo punto prendiamo il sentiero numero 1 che sale inizialmente con progressione dolce lungo un bosco rado di abeti e larici, per poi “arrampicarsi” per un ampio mugheto con tratti scavati nella roccia, mentre in altri troviamo anche qualche panchina in legno che ci permette una breve sosta e soprattutto di osservare il panorama che si apre sull'intero altipiano di Siusi......
...si continua a salire con tornanti sempre più stretti mentre gli alberi sono sempre meno, e di conseguenza anche l'ombra, mentre i passaggi più impegnativi sono superati grazie anche a delle scalinate in legno. Forse proprio per queste sue facilitazioni il sentiero viene anche chiamato "dei turisti".
Poi anche i pini mughi scompaiono del tutto e la salita avviene tra erba e rocce, con la soddisfazione di vedere le prime stelle alpine dell'anno.
Arrivati in cima lo spettacolo vale il prezzo della fatica. Si spalanca un meraviglioso panorama sulle dolomiti quasi a 360°.
Raggiungiamo, dopo un'altra mezz’ora di cammino lungo il piano, il bellissimo rifugio Bolzano che sta a significare una pausa ristoratrice.(2 ore e 45'dalla partenza)
Mi distendo nel prato sopra al rifugio. E intanto non piove. Tutto attorno a noi prati, qualche vecchia baita, qualche mucca grigio alpina al pascolo, il tutto accompagnato dai fischi delle marmotte a guardia delle tane.

Preferiamo continuare per il sentiero normale, visto che il tempo si è fatto decisamente più cupo e le nuvole basse permettono una visibilità appena sufficiente per individuare il sentiero. Non facciamo in tempo ad indossare la giacca “rain tech” che siamo colpiti da un temporale che trasforma tutto in una tempesta di grandine e vento.
Questo tempo purtroppo ci accompagnerà per tutto il tragitto fino al rifugio Alpe di Tires permettendoci solamente una brevissima pausa, giusto il tempo per una foto del rifugio in lontananza e dei dirupi scoscesi che si aprono sotto di noi nel Barenloch (Buco dell'Orso) dove un sentiero scende verso la bellissima Val Ciamin a Bagni di Lavina Bianca di Tires.
Al rifugio facciamo un'altra pausa, per poter riscaldarci e per poter ingoiare qualcosa di caldo. Non dimentichiamoci che in montagna c'è sempre il pericolo di ipotermia, quando, come in questo caso, la temperatura dell'aria si è abbassata di più di 15 gradi, l’acqua ci ha inzuppato i pantaloni e il forte vento può causare un pericoloso fenomeno di raffreddamento (effetto wind chill).
Riprendiamo la salita fino alla forcella dei Denti di Terrarossa ma neppure ora abbiamo la fortuna di osservare da vicino il Rosengarten coperto ancora da una cappa di nubi.
Solamente la Val Duron, una delle valli più suggestive ed ancora intatte di tutto l'arco dolomitico, si mostra nella sua interezza con i prati in alta quota segnati dalla recente grandinata.
Arrivati alla forcella scendiamo con ripidi tornati verso l'Alpe e la seggiovia.
Appena scesi dai ghiaioni ed entrati nella zona dei pascoli con continui cancelletti in legno da superare ricomincia nuovamente a piovere, ma non forte. Non so perché ma il tutto mi sembra ugualmente romantico. Tutto attorno a noi prati, baite, vecchi fienili, qualche cavallo che appena ci vede cerca di avvicinarsi a noi, e molte mucche al pascolo.
Nonostante il tempo cupo riesco a scattare un'ultima foto, prima di salire sulla seggiovia. Guardo verso lo Sciliar e adesso mi sembra un animale preistorico appoggiato sul dorso e le nubi bianche e basse che salgono velocemente, avvolgendo il sentiero dei Turisti, sembrano eruttate dalla bocca di un drago come per la magia di un mago.
quota partenza: 1.880 mt stazione monte cabinovia
quota max: 2.450 mt rifugio Bolzano al Pez
quota arrivo: 2.450 mt rifugio Bolzano al Pez
dislivello complessivo salita: 1.200 mt
dislivello tot discesa: 1.200mt
distanza percorsa: 21,2 km
tempo in movimento: 9 he 50'