Ma l'acqua fredda con cui le mani e poi il viso entrano in contatto mi riporta immediatamente alla realtà.
Mi vesto ed esco mentre i primi raggi del sole creano dei giochi di luci ed ombre tra le guglie del latemar e del Catinaccio.
Dal lato opposto, ad ovest, l'enrosadira colora le cime più elevate del gruppo del Brenta e i ghiacciai dell'Adamello e del Mandrone.
Alle 8.00 siamo di nuovo pronti per partire.
Ridiscendiamo dal rifugio verso est seguendo per un tratto iniziale il "sentiero dei turisti" che sale dall'Alpe di Siusi e perdendo un centinaio di metri di quota.
Il rifugio, posto poco al di sotto dell'omonima larga insellatura che immette alla testata della Val Duron, permette di spaziare dal gruppo del Sassolungo alle cime gardenesi delle Odle.
Si scende ora nel lungo, ripido ed interminabile canale, per traccia di sentiero, che consente di raggiungere il fondo detritico della selvaggia ed opprimente Conca del Principe, dominata da altissime pareti fra cui si insinuano impressionanti canali.
Tagliando i pendii prativi sospesi sul lato destro del vallone, in ambiente veramente particolare e suggestivo, scendiamo ai magri prati dove sorge il Rifugio Bergamo al Principe (2.134 mt).
Costruito nel 1887 ebbe subito un grandissimo successo e venne frequentato da molti escursionisti, ma soprattutto da alpinisti che divennero famosi come Paul Preuss. Fu il primo rifugio edificato nel gruppo del Catinaccio, e, pur ammodernato, conserva ancora oggi un arredamento caratteristico del primo dopoguerra.
Sono le 12.00 e così, seduti sulle panche della terrazza del rifugio, ordiniamo dei semplici spaghetti "aglio e olio e peperoncino". Il risultato alla vista e al palato è ottimo con ingredienti (pomodorini spadellati) che danno valore aggiunto ad un piatto molto saporito ed equilibrato negli ingrdienti. Non facile da trovare in Alto Adige e ancor meno in un rifugio di alta montagna.
Dopo circa 15 minuti una radura erbosa con una piccola baita che invita ad una breve pausa e al relax.
Proseguiamo ancora nel bosco in leggera discesa avvicinandoci sempre più al greto del torrente.
La pendenza è sempre costante e la strada prosegue ancora per circa un'ora.
Giunti quasi alla fine della Val Ciamin imbocchiamo un sentiero sulla destra che scende rapidamente nel bosco con una serie di tornanti fino a raggiungere in circa 15 minuti la Malga Ciamin (Tschamin Schwaige).

Accanto alla malga, nell'antica Segheria Steger è stato creato il centro visite del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. Ancora qualche centinaio di metri e siamo di nuovo al parcheggio di Lavina Bianca.
La Val Ciamin costituisce il lembo meno antropizzato e piu selvaggio dell'intero gruppo del Catinaccio; i pascoli sfalciati e i boschi rigogliosi, i paesi integrati nel verde e le complesse cattedrali di roccia che incidono l'orizzonte sono i tratti inconfondibili di questa straordinaria escursione in terra ladina che nella Val di Tires sembrano trovare una perfetta sintesi.
quota max: 2.640 mt
quota arrivo: 1.190 mt
dislivello salita: 840 mt
dislivello tot discesa: 2.110mt
distanza percorsa: 16,0 km
tempo in movimento: 7 h
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