Un po’ ovunque in montagna l'autunno è la stagione in cui si ode il ruggito delle motoseghe e il suono delle accette cadenzato come quello di un metronomo.
L'inverno è dietro l’angolo e occorre far scorta di ciocchi per la stufa e il camino.
C’è però un angolo nascosto tra le montagne del Trentino e precisamente nella Valle del Primiero, dove non solo questo rito antico sopravvive con fierezza ma si è fatto arte.
Mezzano, piccolo gioiello inserito dal 2010 tra
"I Borghi più Belli d’Italia" a pochi chilometri da Fiera di Primiero ai piedi delle Pale di San Martino, rivendica la sua fiera identità e celebra il rurale con itinerari a tema dedicati all'acqua, agli orti, all'architettura contadina, ma soprattutto alle cataste di legna (Canzei in dialetto locale significa appunto catasta) ed è l’omaggio di un paese al proprio destino da sempre legato al legno e agli altri elementi della natura montana .
Questa stagione, quando il bosco è vestito delle tinte calde e commoventi dell’autunno, è perfetta per ammirare, magari inspirando l’odore inconfondibile delle prime stufe accese nelle case, la straordinaria e unica collezione open air di cataste artistiche che ha trasformato l’antico borgo in un museo all'aria aperta. Così di anno in anno il borgo va popolandosi di nuove, meravigliose cataste artistiche e ogni canzèl è un piccolo capolavoro di parsimonia, perizia ed accuratezza, ma anche una vivida e cangiante tavolozza delle calde tinte del legno che colorano le vie di Mezzano.
Lungo gli stretti vicoli, ai piedi delle antiche facciate, al cospetto dei tipici ballatoi, nelle piccole piazze, nei cortili, sotto le scale, negli anditi e sui poggioli la tradizionale scorta di ceppi per l’inverno prende forme inattese. Restituisce vicende passate, consegna sogni, reinterpreta eventi storici, racconta dei padroni di casa.
Si chiama “Cataste e Canzei” e a ogni angolo riserva una sorpresa:
L’occhio
della Classe terza Liceo artistico G.Soraperra di Pozza di Fassa, Corso di design.
L'occhio osserva lo scorrere del tempo e delle persone lungo le strette vie del centro
Free Water
di Jimi Trotter
Questo artista locale affida alla copiosa lacrima azzurra su un volto addolorato la protesta contro la privatizzazione dell’acqua.
Il ben comune si paga (ingiustamente) e l’unica acqua gratuita che ci resterà, sarà proprio quella del nostro pianto…
La notte in sogno di Erica Schweizer
Figlia d’arte (i genitori architetti, lo zio grande pittore), la Schweizer è tra le pochissime firme femminili di “Cataste e Canzei”. Nella sua opera riprende l’usanza tradizionale di ricavare nella catasta delle nicchie per porvi vasi di fiori. Agli spazi lei affida però la sua personale interpretazione di una canzone popolare amorosa di questi luoghi. Così tra i ciocchi, oltre a parole, disegni e citazioni prende vita una deliziosa “casa di bambole”.
Montagna in-canto dell’Associazione La Stua
Un gruppo di amici accomunati dalla passione per la scultura, che si divertono a praticare l'arte e a insegnarla. A loro si deve lo stravolgimento di una triste cabina elettrica in cemento in un allegro capolavoro narrativo in legno. Legnetti piccoli e infinitesimali, pazientemente incastrati a regalare un magistrale intarsio che racconta la poesia della montagna. Un gioco di immagini e di parole che alludono alla seduzione per l'occhio e per l'orecchio, in un sodalizio tra paesaggio e musica. Così, sullo sfondo di cime maestose, campanili svettanti, alberi secolari, prati fioriti e fieri cervi danzano le note dello spartito.
Il bosco vecchio di Albino Rossi
L'anima del Trentino si identifica nella montagna, nei campi e nella foresta. Proprio su quest'ultima si concentra l’attenzione dell'autore. Dalla sua sensibilità e fantasia è scaturito un bosco idealizzato ma vero. Molto c’è da leggere in quest'opera: gli alberi colonne del cielo, i rami che intrecciandosi simbolizzano le relazioni umane… Tutto sintetizzato nella silhouette di un bosco controluce, assopito in inverno nell'attesa di tornare a sbocciare.
La funzione del balcone di Alberto Cosner
Un nome un po’ impegnato per un’opera diretta, che colpisce per la sua sgargiante semplicità: un’enorme pannocchia dai chicchi pieni e dorati che sembra sbeffeggiare, irraggiungibile in alto sul suo ballatoio, le galline ingolosite e stupite del pollaio sottostante. In realtà l’opera, attraverso la rappresentazione del granturco, vuole ricordare l’antica funzione del ballatoio, dove le pannocchie venivano messe ad essiccare al sole. L’artista è del Primiero, restauratore e disegnatore archeologico.
El caro de le zercole di Andreino Zugliani
Passato e presente si fondono: sopra un moderno garage, una sorta di cornicione in legno che porta incastonati una slitta e un carro, di quelli che usavano guarda caso per trasportare i tronchi dal bosco e che la sera si ricoveravano là dove oggi parcheggiamo i mezzi a motore. Un omaggio ai giorni andati che vuole anche coprire gli “scempi” di oggi, vestendo il cemento del calore intramontabile del legno.
Tutt'attorno a Mezzano, poi, un quieto paesaggio di prati immensi dove si raccoglie l’ultimo fieno, boschi trasformati in tavolozze, alpeggi punteggiati di malghe, cime bellissime che lanciano le loro sfide ai più allenati… ovunque, un’ampia scelta di interessanti e pittoreschi sentieri per tutte le gambe.
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