
Bastano pochi minuti d’auto per giungere ad affacciarsi su questo balcone dal quale poter spingere lo sguardo sulla pianura fino all’Adriatico e verso i lontani ghiacciai delle Alpi.

Per molti anni questo monte ha rappresentato semplicemente una sagoma famigliare per chi, come me, vive in un paese che, al limite estremo della pianura padana, si adagia dolcemente sulle prime elevazioni delle prealpi vicentine.
Per molti anni la montagna con la M maiuscola non è mai stata il Novegno.
Ho riscoperto il Novegno solo recentemente, quando, in seguito all' invito dell' amico Matteo, ho ritrovato luoghi e memorie della mia infanzia quando si era soliti passare qualche settimana nel campeggio estivo della parrocchia.
Così anche sabato siamo saliti dalla località Cerbaro a quota 900 m. e lungo il sentiero 433 siamo saliti nel bosco misto di abete e faggio tra la nebbia e il freddo pungente delle prime ore del mattino. Usciti dal bosco a quota 1.380 m si incrocia il sentiero 422 che sale dalla contrada Rossi in un aereo quanto panoramico tornante di cresta.

Per fortuna la nebbia si era fermata intorno ai 1.200 m di quota creando uno sfondo fotografico particolare. Da questo momento la salita lungo la dorsale sud del Novegno è diretta quanto ripida costringendoci a continue pause che sfruttiamo per le foto.
Finora ho sempre privilegiato il più noto e severo Pasubio, e il Carega con le guglie e le pareti che li accomunano alle più famose dolomiti. Ma ora questa occasione mi ha fatto riscoprire una montagna "di casa" con un fascino invernale particolare.
Finalmente a quota 1.513 m., dopo aver lasciato alla nostra sinistra una casara, raggiungiamo il bordo sud della Busa. Del Novegno ci si è sempre ricordati a malapena per gli echi delle stragi di una guerra lontana quasi un secolo, che pure ha lasciato segni profondi in tutto il nostro territorio montano. Ora scendiamo fino in fondo alla Busa a quota 1.475 m. dove Matteo ha installato una centralina di rilevamento delle temperature.

Dobbiamo smontare la centralina per poter recuperare iButton (un micro chip alloggiato in un bottone di acciaio INOX) con i dati delle temperature registrate dalla centralina nella settimana trascorsa.
Finora la temperatura più bassa è stata registrata alla sera di sabato 3 gennaio scorso alle 22.10 con - 35,5 C°

L'operazione risulta essere estremamente semplice e dopo circa un mezz'ora possiamo rimetterci in cammino e, risalendo il pendio della Busa portarci alla Malga Novegno.

Certo, bisogna accontentarsi.
Dimenticarsi i panorami mozzafiato delle Dolomiti e le escursioni in alta quota, ma anche così queste "piccole dolomiti" sanno regalarci sguardi, panorami ed angolature che soprattutto in inverno ci donano emozioni particolari.

Nel 1987 tra la malga e la vetta del Novegno il gruppo astrofili di Schio costruì un osservatorio.
Dieci anni dopo, data la crescente attività, la struttura è stata ampliata con l’annessione di una foresteria e l’anno seguente, grazie all’Amministrazione provinciale, è stato acquistato un moderno telescopio dotato di un sistema di puntamento automatico.
L'attività dell'osservatorio, a causa delle copiose nevicate invernali, è limitata al periodo che va da maggio ad ottobre. Il numero annuale di visitatori è di circa 500, comprendendo gruppi, scuole, e serate di apertura al pubblico

Ci sono luoghi che, pur non abitandoli, sentiamo come nostri, ed altri che, pur attraversando ogni giorno, sentiamo non ci apparteranno mai .