Riappropriarsi del tempo.
Camminare salendo piano e fermarsi, solo qualche secondo, ad ascoltare il silenzio del nulla.
E poi, piano, ricominciare a muoversi.
Fermarsi di nuovo a pensare, parlarsi e rispondersi, ritrovandosi.
Stendersi poi sulla neve e restando in questa posizione cambiare la prospettiva e guardare tutto da un altro luogo.
E poi ricominciare a camminare riscaldati dagli scarponi umidi di memoria e di emozioni.
Tutto senza fretta, assolutamente senza uno scopo, nemmeno quello di arrivare.
Lentamente e dolcemente.
Ma cosa vai a fare lassù?
Cammino dentro di me, nel mio paesaggio interiore.
Ed è bellissimo.
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