Così mentre al ristorante ordiniamo un "Cappuccino di fagioli di Lamon, spuma di Parmigiano e pepe nero", a casa riscopriamo la minestra, piatto base dell’alimentazione contadina, con tutte le sue favolose varianti.
Pasta e fagioli, passato di verdure, crema di patate ( quelle che Virgilio Scapin chiamava le “patate abbronzate”, quelle che si cuocevano nel minestrone assieme ai fagioli e che prendevano quel colore marrone che le rendevano una prelibatezza) tornano a profumare ancora le nostre cucine permettendoci di usare le verdure secondo stagione e coniugandole con le erbe aromatiche.

E' stato per decenni il piatto base dell’alimentazione dei nostri genitori quando le condizioni economiche rendevano assolutamente indispensabile la preparazione di un piatto caldo per quasi tutta la parte dell’anno. Ed era, la minestra, quasi sempre un piatto unico che veniva prodotta e servita in quantità maggiori di adesso, anche due piatti, dovendo da sola sfamare e corroborare uomini e donne nel duro lavoro dei campi.
Certo quasi sempre le ricette erano diverse da famiglia a famiglia, risultato di una personalissima interpretazione da parte delle donne di casa, ed era raro trovare eguaglianza fra di loro perché cambiavano le
componenti fondamentali dei piatti: le quantità, i tempi di cottura, la qualità delle materie utilizzate, la “sorveglianza” al piatto, l’esperienza e, non da ultima, la fame di chi mangiava.
Crema di castagne e funghi d'autunno
Nessun commento:
Posta un commento