venerdì 17 maggio 2013

Il perdono e la montagna ... sono schegge di divinità

Il perdono è una strada tutta in salita, come scalare una montagna alta e ripida.
Spesso il perdono ci sembra un atto troppo grande per le nostre forze, un'azione impossibile.
Come trovarci davanti ad una montagna che dobbiamo scalare per la prima volta.
Una montagna non semplice ne facile, bensì ripida e con molti passaggi esposti e forse al di sopra delle nostre possibilità.
Almeno così sembra a noi a prima vista.

La montagna diventa così l’ostacolo che dobbiamo superare per capire cosa ci potremmo perdere se non saliamo lassù fino alla vetta.
Ma forse per l'esposizione, forse perchè ci sembra di non averne le forze, le gambe ci tremano già dopo i primi metri di altitudine, ci sentimo in preda alla paura, all’ansia allo smarrimento a tal punto che ci rifiutiamo di preseguire.

Salire in vetta, come perdonare, è un atto difficile e molti non riescono a farlo.
Perché quando crediamo di essere vicini alla cima all'improvviso ci rendiamo conto che il dolore ci sta di nuovo bloccando e non riusciamo ne a salire ne a scendere.
E allora la rabbia ti assale di nuovo e con essa la paura e lo smarrimento



No…ho già sofferto troppo, perché devo trovare la forza per continuare?
Sentiamo di avere braccia e gambe doloranti e il respiro troppo debole rispetto alla fatica che stiamo facendo. Ma solo se non molliamo, se non ci giriamo indietro per guardare al passato e al tempo scuro che abbiamo lasciato, comprendiamo che la montagna e il perdono sono schegge di divinità.



E che soddisfazione quando si arriva in cima!

Quando siamo in vetta, come quando siamo riusciti a perdonare capiamo che quello è un tempo speciale.
Perdonare è respirare a pieni polmoni quell'aria tersa e quel panorama indimenticabile che ci riga finalmente il viso di una lacrima di gioia.


Solo allora, ammirando il panorama che si apre davanti a noi capiamo e ci rendiamo realmente conto di cosa avremmo perso se non avessimo perdonato.
Se riusciamo a portare con noi, quando scendiamo, anche una sola scheggia di quel sentimento e di quella conoscenza che abbiamo avvertito in vetta e applicarlo alla vita di ogni giorno, allora questa, anche e solamente da sola, è una ragione sufficiente per perdonare.


Ho pena delle stelle 
che brillano da tanto tempo


Non ci sarà dunque, per le cose che sono, 
non la morte, 
bensì un'altra specie di fine, 
o una grande ragione: 
qualcosa così, 
come un perdono?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo, profondo e toccante

Anonimo ha detto...

Mi ha colpito al cuore la riflessione sul perdono...ma per me è difficile da realizzare...una strada in salita si, ma che decido di non intraprendere...

quando le persone più care sono state ferite, tradite, hanno portato per anni, fino alla morte, i segni di ciò che hanno vissuto e rinchiuso dentro al cuore...non riesco a pensare al perdono ma a bandire dal mio cuore ogni sentimento per i responsabili di tutto ciò..

certamente è un atteggiamento che crea conseguenze ma per il mio carattere, per ciò che ho vissuto...è l'unico atteggiamento possibile...

ciao Mario, un abbraccio CHIARA

Anonimo ha detto...

Complimenti Mario bella storia.