giovedì 13 ottobre 2016

La montagna e l'autunno

La prima neve e le conseguenti brine lassù, sui pascoli in alta quota, hanno reso ancora più vividi i colori dell'erba e rinsecchito gli ultimi fiori, mentre nei luoghi a nord, che il sole sfiora per pochi minuti, permane quell'odore caratteristico di iodio, muschio e felci prodotto dalla macerazione dell'erba. 

 Sono questi i giorni più belli per camminare gli alpeggi delle terre alte dell' Altopiano da soli o con poca compagnia, vagabondando senza aver prefissato una meta vera e propria o cercando nel confine tra i prati e il bosco gli ultimi porcini della stagione.
Pochi sicuramente ma il cui ritrovamento è fonte di grande appagamento anche perché raccolti in piena solitudine, cosa eccezionale per l'Altopiano.


E' il momento magico del bosco, dei silenzi, delle albe nebbiose, dei colori esaltati verde-bruno-giallo in tante tonalità che a tratti la luce radente del mattino rende evidenti nei prati e nelle radure del sottobosco pre-invernale.


Le foglie degli aceri montani e dei faggi hanno preso la luce dall'ambra e la brezza del mattino le stacca dai rami, adagiandole al suolo. I sorbi dalle rosse e lucenti bacche sono irresistibile richiamo alle cesene e ai tordi. 
I prati attorno alle malghe si sono adornati degli ultimi fiori: i colchici autunnali dai colori azzurri e violetti che ora, con la prima neve mentre appassiscono regalano ancora colore ai prati oramai ingialliti.



Nel bosco gli ultimi funghi sono i cortinari e le nebularis, mentre nei prati, qualche raro porcino cresciuto con l'ultima lunazione d'autunno è golosamente ricercato dalle arvicole e dagli scoiattoli.


Tra i possibili modi di camminare in montagna, questo d'autunno ti fa intensamente partecipare ad un mondo che senti esclusivamente tuo, che ti aiuta a capire le stagioni della tua vita che nessuno mai ti potrà rubare.
Al mattino gli stagni degli abbeveratoi sono velati dal ghiaccio e nelle zone a nord i prati sono coperti da una brina così consistente che assomiglia a neve. 

Così una dolce malinconia ti prende, la melanconia dell'autunno, e sotto un vecchio larice cerco anch'io un luogo dove sedermi per meditare sulle stagioni passate della mia vita e sull'esistenza che corre via con i ricordi che diventano preghiera di ringraziamento per la vita che ho avuto e per i doni che la montagna mi ha regalato.*


* M.R. Stern