lunedì 20 agosto 2007

Cima di Cece

 "Sono un pò stanchino":
così si esprimeva Forrest Gump dopo la sua corsa durata più di tre anni attraverso gli Stati Uniti d'America (in lingua originale: "I just felt like running").

Le stesse parole, senza alcuna pretesa di citazione cinematografica, mi sono uscite dalla bocca sabato, dopo questa lunga traversata durata 9 ore.


Il punto di partenza è il parcheggio di malga Valmaggiore a cui si perviene dal centro di Predazzo seguendo le indicazioni.
Il primo tratto che segue il sentiero CAI 335 serpeggia all'interno di un bosco misto con prevalenza di abete rosso, ma con presenza di ontano verde, qualche rara betulla e gli onnipresenti noccioli.
 


Si esce dal bosco a quota 1900 superando un dosso di origine morenica e si oltrepassa il laghetto di Valmaggiore a quota 1.910 (che nella cartografia topografica anche recente viene comunemente definito come laghetti ).

"è così che la strada si spiana e diventa visibile la via da percorrere.
Solo fermandosi, aspettando che i dubbi trovino soluzioni e
si sciolgano gradatamente senza forzature, senza fretta, senza decisioni avventate.."


Con passo lento e senza fretta perché la strada è lunga si arriva così dopo quasi due ore di cammino alla forcella Valmaggiore a quota 2.178.
Di lato troviamo il bivacco dedicato a Paolo e Nicola.
Costruito nel 1974 in ricordo di Paolo e Nicola di Predazzo deceduti sul Gruppo del Sella il 30 giugno di quell'anno è stato recentemente ricostruito nel 2011 dai volontari del CTG "Lusia". 
A distanza di 37 anni dalla sua costruzione il bivacco è stato demolito e ricostruito con un piccolo ampiamento che ha permesso la realizzazione di due stanze.
Una cucina con una nuova stufa in sostituzione di quella che aveva subito un principio di incendio e con 3 posti letto e un'altra stanza con sei posti letto a castello.
Bivacco isolato termicamente e con finestre con doppi vetri.
La legna è recuperabile lungo il sentiero di avvicinamento grazie al lavoro dei volontari del CTG di Predazzo.


Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino e abbandonando il segnavia cai 335 che scende verso Fossernica seguiamo con direzione est il sentiero cai n. 349.
Nel frattempo il sole è sparito e tira un vento freddo.
Ci copriamo per bene e ci dirigiamo verso Cima Cece passando per una vecchia strada militare.
Nella foto si riconoscono chiaramente le lastre di pavimentazione del sentiero ritagliate e sistemate al tempo della guerra dagli austro-ungheresi.

Fa sempre un certo effetto camminare su queste mulattiere lastricate con sforzi immani, sudore e sangue di uomini e muli. Grotte e postazione di tiro, all’interno delle quali sembra ancora di sentire il respiro di quegli uomini.
Ora ampi squarci tra le nubi permettono di osservare chiaramente i profili dei denti di Cece e più avanti quello che è denominato il campanile.
Ma il sereno dura pochi minuti e il cielo si copre nuovamente di nubi basse.


Così saliamo qualche tornante che ci fa superare un dosso e alcuni gradoni giungendo cosi all'imbocco del Vallone di Cece.
La traccia risale il selvaggio vallone chiuso sul fondo dalla nostra meta e sulla dx dalle spettacolari sagome del Campanile di Cece e sopratutto dai Denti. Con faticosa salita si raggiunge un panoramico ripiano (quota 2.550 mt.).



I segnavia ci guidano adesso su un ripido ma breve canalino terroso.
All'uscita troviamo le indicazioni per la salita alla vetta (segnavia bianco rossi, non numerato). La traccia è un vecchio sentiero di guerra e non presenta difficolta' particolari, se non un minimo di esposizione nell'ultimo tratto, dove si sale i grandi blocchi che portano alla croce.


Purtroppo il meteo non ci permette alcuna foto dei panorami che si possono vedere da questa cima privandoci di assaporare con essi una gioia che ci avrebbe aiutato a lenire la fatica  e la stanchezza dell'escursione.
Torniamo sui nostri passi sino all'uscita del canalino dove abbandoniamo il segnavia n. 349 che ci avrebbe portati alla forcella di Cece per seguire, con l'aiuto del GPS cartografico, una linea ideale che, tagliando per ripide pietraie ci permette di scendere rapidamente al Lago Caserina di Cece.


Superato il lago e guadato il rio si giunge al Baito Caserina (2046 m.); lo superiamo seguendo sempre i segnavia, entriamo nel bosco e giungiamo in breve al Lago Cece (1879 m.). Ormai prossimi alla chiusura dell'anello, seguiamo sempre il 336, che prosegue dietro il bivacco nei pressi del lago. Sempre su mulattiera attraversiamo la radura del Campigol Grande sino a sbucare su una ampia sterrata; la seguiamo per poco sino a trovare le indicazioni per il ponte dove abbiamo parcheggiato l'auto



* Partenza: parcheggio Malga Valmaggiore (1.610 mt)
* Arrivo:  Cima di Cece (2.750 mt)
* Durata:  ore 9
* Distanza:  17 km
* Dislivello  1.290 mt