giovedì 1 luglio 2010

Tombolin di Rava: seconda parte

..................Inizia ora la parte più dura, ovvero la salita verso il Passo del Tombolin.

Saliamo per il nevaio e per i ripidi ghiaioni che salgono a sud-est del lago seguendo la traccia (328) e poi verso est, tra gigantesche placconate di granito in un paesaggio davvero affascinante e selvaggio.



Raggiunto un po' faticosamente (i 17 km già fatti cominciano a farsi sentire) il Passo del Tombolin ci si affaccia sul versante a est e finalmente avvistiamo con stupore la famosa "scalinata" scavata nella roccia ai tempi della Grande Guerra.
Di qui, anziché scendere dalla forcella, rimontiamo una facile spalla di granito (ometti di pietra sulla destra del passo).





Con un lungo traverso percorriamo in costa il lato occidentale del Tombolin, seguendo una traccia a tratti incerta, che ci conduce finalmente in un canalino ghiaioso che risaliamo per facili gradoni costruiti con pali e tavole per portarci in una piccola spianata erbosa.




Davanti a noi la scalinata che risaliamo lentamente e con attenzione, per l'esposizione ma anche per il panorama che lentamente si apre davanti a noi, fino a sbucare in vetta al Tombolin m 2388, con una strepitosa vista sulla Cresta del Frate col suo famoso e colossale monolito. 






Dopo aver sostato a lungo in silenzio tra quelle rocce granitiche,  dove l'unico suono è dato dagli scatti delle nostre digit con cui  cerchiamo di immortalare ogni angolo di quel luogo così evocativo di immagini e suoni d'altri tempi, ritorniamo al passo.


Da lì scendiamo verso valle perdendo quota per poi risalire lungo la parete rocciosa. Con molta attenzione seguiamo la traccia che serpeggia incerta tra vari strapiombi, e dopo alcuni zig zag finalmente saliamo fino alla cresta.

Percorriamo la dorsale racchiusi nelle trincee di pietra, in un paesaggio fiabesco di rocce e macigni colossali, fino al gigantesco "Monolito del Frate" alto circa 30 metri, chiamato così per la sua curiosa forma.



Ora inizia la facile discesa con sentiero 366  che zigzagando per costa pratosa, si cala fin sotto forcella Fierollo e da qui ai  laghetti della Bella Venezia.
Qui c'è un minuscolo bivacco, con tavolacci.
Si raggiunge quindi la bella Malga Fierollo di Sopra, anche questa recentemente ristrutturata con annesso bivacco, quindi nuovamente alla malga Fierollo di sotto, con rientro per la forestale dell'andata.





Considero questa escursione una tra le più entusiasmanti che ho compiuto: vallate selvagge ammantate di foreste e verdi pascoli, punteggiati di splendidi laghetti creati da limpidi e freddi torrenti , si contrappongono ad aspre barriere rocciose in un paesaggio che si avvicina molto all'idea di paradiso che ognuno di noi si è costruito in questi anni di frequentazione delle terre alte.




Partenza: Tombolin di Rava 2.380 mt
Arrivo: ex rifugio Spiado  1.350 mt
Distanza con alt: 19 km
Discesa complessiva: 1.565 mt
Tempo: 4 ore e 30'


Andrea Caruso

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La fatica viene sempre ricompensata dalla montagna con i suoi splendidi paesaggi, il silenzio, la pace e la forza della natura e la bellezza di camminare assieme a persone che condividono la stessa grande passione.
E' stata una giornata stupenda.
Auguro a tutti di vivere almeno una volta nella vita la gioia e l'emozione che la vetta può regalare.

Grazie Mario e complimenti per il lavoro che hai fatto!Alla prossima (speriamo sia presto).

Eleonora

mario ha detto...

i complimenti vanno a tutta la compagnia che si è rivelata assortita e ben equilibrata con un comune sentire che non è quello di interpretare l'ascensione ad una vetta come una competizione agonistica, ma come una ricerca interiore in cui la fatica e le paure si vincono anche con la partecipazione e la condivisione.

grazie ancora a te e a Andrea

Anonimo ha detto...

Bellissima escursione.. complimenti per aver scelto questa meta.

ciao, a presto.. Aly