Scalare una "siaresàra", magari quelle di fianco alla canonica o nel campo dello zio, adiacente al giardino di casa, e mangiare i rossi e croccanti frutti, staccandoli direttamente dai rami dopo esserci seduti all’incrocio di quelli più grossi, era il passatempo preferito di noi mòcoli (chierichetti) di molti anni fa.
La scuola stava volgendo al termine, maestri e maestre con i primi caldi addolcivano un pò la durezza di un lungo anno scolastico, e noi bambini dopo aver partecipato a tutti i fiorèti di maggio ci godevamo il preludio delle vacanze.
A casa c’era un lavoro che ci aspettava: tagliare il picciolo alle ciliegie lasciandone poco più di un centimetro attaccato al frutto, controllare che non ce ne fossero di “guaste” e inserirle in maniera ordinata e uniforme all’interno dei vasi di vetro con coperchio a chiusura ermetica.
Una volta pieni di frutti, era la volta della grappa, che veniva versata dolcemente e lentamente sulle mariole dal nonno o dal babbo.
Il buio e il fresco della dispensa facevano il resto.
Le ciliegie sotto grappa non mancavano mai alla fine di ogni pranzo di festa; certo, erano interdette a noi bambini, ma gli adulti ne mangiavano molte, una alla volta, una dopo l’altra.
Alla fine, anche i loro volti si “infiammavano” e le discussioni e i racconti di un tempo pure, assumendo lo stesso colore delle ciliegie.
Noi bambini ci dovevamo accontentare (si fa per dire) della zuppa di ciliegie snocciolate (sempre per opera nostra) che la mamma cuoceva con l'aggiunta di un bicchiere di vino rosso, o di torcolato, aromatizzato con zucchero, cannella, chiodi di garofano e la scorza di limone.
Dopo averla lasciata raffreddare, la zuppa veniva servita con il denso sciroppo in vezzose ciotoline, accompagnandola con biscotti secchi o, semplicemente, con scaglie di panbiscòto.
Ma, come dice Amedeo Sandri, "che vengano mangiate crude, al naturale, o utilizzate per gelati, dolci, bevande dissetanti, ma anche per risotti, ripieni per carni da cortile, persino piacevolissime zuppe estive sulla falsariga dei gazpachos, la verità è sempre la stessa: una ciliegia tira l’altra!"
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