giovedì 18 ottobre 2007

I Metati della lucchesia

Da qualche mese, dopo un accurato recupero, è di nuovo possibile ripercorrere i vecchi sentieri e le mulattiere che intersecano il borgo medioevale di Sillico in Garfagnana (provincia di Lucca).
Tra i vari percorsi recuperati uno in particolare ha stimolato la nostra curiosità:
Il sentiero dei Metati
Si parte dalla piazza del paese e attraverso estesi boschi di castagni secolari si arriva ai metati dove ogni anno le castagne, seguendo un antico procedimento, si trasformano in farina.
Il Metato è una costruzione rustica eretta nel luogo di raccolta delle castagne.
Talvolta, come sull'Appennino Pistoiese e in Garfagnana, il metato era parte integrante dell'abitazione: sostituiva la cucina ed era luogo di incontro, in quanto vi si tenevano le veglie.



Dopo la raccolta le castagne sono poste a seccare sul canniccio o sulle cannaiole, cioè su una impalcatura costituita da assi di legno ravvicinate o da canne a cui il focolare della cucina assicurava un calore costante.
Una volta seccate, le castagne vengono sgusciate con una energica battitura che tritura i gusci dentro robusti sacchi o in un apposito recipiente detto bigoncia.
In fondo alla valle dove scorre il fiume che muove ancora le grosse macine di pietra dei mulini, confluiscono, dai numerosi metati sparsi nei boschi, le castagne secche per trasformarsi in "farina di neccio".




Pascoli ricorda un:
"metato soletto in cui seccasse a un fuoco dolce il dolce pan di legno: sopra le cannaiole le castagne cricchian, e il rosso fuoco arde nel buio."
(Il ciocco dai Canti di Castelvecchio,)





Dal medioevo fin quasi ai nostri giorni la castagna ha costituito la base del nutrimento delle popolazioni della montagna, come dimostrano i numerosi interventi legislativi succedutisi nei secoli, relativi alla tutela e alla regolamentazione dello sfruttamento dei castagneti.
Gli Statuti di Gavinana del 1540, ad esempio, prevedevano che la raccolta delle castagne da parte del proprietario terminasse col mese di novembre, dopo di che i poveri potevano andare liberamente a raccogliere i frutti che restavano.


Su questi sentieri Ludovico Ariosto ha più volte incontrato i banditi del Sillico, capeggiati dal rinomato "Moro del Sillico".
Nelle sue "Lettere dalla Garfagnana" egli descrive la bellezza della natura ma anche il disagio che provò nel governare una terra "di lupi e di briganti".

Oggi i sentieri del Moro compiono percorsi ad anello partendo ed arrivando nella piazza del Borgo di Sillico, permettendo di godere a pieno della natura, della storia e degli indimenticabili panorami che questo territorio dispensa generosamente ai suoi frequentatori.


INFO:
I Sentieri del moro
la locanda del moro

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Mario, molto bella ed interessante questa illustrazione. Puoi dirmi se qualche comune amico ti ha accompagnato in Garfagnana a visitare i luoghi che hai descritto ?

Un abbraccio
giorgio

mario ha detto...

come hai ben immaginato, c'è stato qualcuno che ha suggerito questo percorso.
Ma non è stato, come forse hai pensato, Carletto perché era troppo preso da......
Alessandra lo aveva già sperimentato a Giugno quando hanno inaugurato "I sentieri del Moro", e lo ha riproposto domenica. E' stata una piacevole sorpresa riscoprire questi segni dell'uomo nelle Terre Alte.

ciao a presto per una escursione assieme.

Anonimo ha detto...

Molto interessante, grazie Giulia

mario ha detto...

Giulia, se hai la possibilità, ti consiglio di fare un giro da quelle parti e magari pernottare perché la sera è il momento migliore quando la ciurma dei villeggianti sono scesi in pianura dopo aver riempito la pancia.
E poi basta un buon libro, e...

mario

Anonimo ha detto...

..e.. una buona compagnia..
ciao,
Aly