lunedì 7 aprile 2008

Erbette di primavera

Sensi e fantasia ti aiutano a scoprire la primavera che è sempre misteriosa, segreta e viva.
Se la prima neve che senti scendere in una notte di dicembre è un invito a raccogliersi nei ricordi o nella lettura, la prima pioggia di aprile, che ascolti volentieri battere sui coppi della casa e sulla tettoia della veranda, ti da ristoro e distensione.
Ritrovi un sonno piacevole e poi, al mattino, il desiderio di andare, di uscire fuori a camminare in libertà, senza una meta come la primavera che non ha confini.
E mentre cammini tra le colline punteggiate dal bianco dei ciliegi in fiore, speri di ritrovare, come ogni anno i segnali della nuova stagione.

Ad ogni passo cerchi con lo sguardo ai lati del sentiero i "bruscandoli"
(germogli del luppolo, Humulus lupulus l.), che cambiano nome di terra in terra
e forse anche per questo sono inafferrabili, cercati sempre un pò più in là dove il ciglio dell'argine è già vuoto e diventa solo aria e cespuglio.
Chiedono pericolo e graffi sulle braccia perché si accompagnano sempre ai rovi.
Sull'argine dove il verde ha un colore che solo l'erba di primavera può.

E il verde continua lungo il sentiero, dove sai che c'era una casa, che ora non trovi più.
Oramai coperta, presa, stretta dentro le braccia di rami e rampicanti.
Sulla riva opposta il bosco ancora spoglio attira la tua attenzione per le uniche macchie di verde con qualche punteggiatura di rosso che in questo periodo esprime: sono le foglie e le bacche del pungitopo Ruscus aculeatus L.
Allora come resistere alla tentazione di dare uno sguardo tra gli steli di questa pianta per vedere se per caso non siano spuntati i primi amari turioni (in veneto "bruschi") di questa liliacea .

Ai margini del boschetto di roverelle e carpino nero, lungo le siepi che delimitano i vecchi confini di proprietà, si trovano pure i "tanoni" che sono gettiti spontanei del Tamaro, Tamus communis L., pianta perenne immediatamente riconoscibile nei boschi perché ha lo stesso comportamento dei germogli del luppolo.
Non potendo stare eretta da sola si avvolge sempre su un sostegno girando verso destra. I frutti sono delle bacche rosse molto ricercate dagli uccelli ma velenose per l'uomo.

Più volte durante la passeggiata ti fermi ad ammirare chiazze e mazzetti di viole di ogni colore e specie.
Viola odorata , dark ladies in velluto viola scuro e intensamente profumate e con le foglie a forma di cuore perfetto, viole canine, azzurro pallido o lilla sbiadito, un po’ anemiche e senza profumo.
E a far compagnia alle viole l’azzurro delle pervinche.

In una fascia di prato secco, sempre ai margini del boschetto di querce, sono concentrate tantissime specie diverse , ed è un vero paradiso di profumi e odori.
E proprio là, in mezzo a questo spettacolo di colori e sentori di profumo di primavera, si possono scorgere anche ciuffi di "schioppetini" o "carletti", Silene vulgaris , una tra le migliori erbe commestibili e per questo molto ricercata in gastronomia.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti ho accompagnato virtualmente in questa passegiata primaverile, Mario. Ma mi rendo conto che mi piacerebbe passeggiare con te realmente e gustarmi in diretta le tue descrizioni e le tue impressioni.

Molto belli quei brani del Foscolo...e chi mai li aveva letti a scuola ?!

Ti abbraccio
giorgio

mario ha detto...

anche a me piacerebbe molto Giorgio, una passeggiata come quella che hai pubblicato nell'altro forum.