...........oramai siamo vicini ad incrociare il sentiero che proviene dal Passo S. Nicolò e quindi alla ripidissima lingua di terra della valletta che ci porterà alla cima. Salgo lentamente a causa del vento che continua a sferzarmi il viso e a congelarmi le mani, con la nebbia e le nubi che hanno completamente oscurato alla mia destra le strapiombanti rocce della parete sud della Marmolada.
Sulla destra inquadro, nell'ultima schiarita che questo tempo autunnale mi concede, il Piz Ciavazes del Sella e ancora più a destra i contrafforti occidentali della piramide del Piz Boè.
Ogni cima un tuffo al cuore…
Superato non senza qualche difficoltà l'ultimo tratto tra friabili roccette e ghiaino mi ritrovo, dopo 2 ore, in vetta.
Tutte le volte che riesco a raggiungere la cima di una montagna scopro che più salgo in alto e più riesco a scendere dentro me stesso, a riconoscere i miei limiti, le mie debolezze, e i miei bisogni.
Accettando me stesso come piccola parte di un tutto. Allora una gioia inebriante pervade la mia anima e il mio corpo regalandomi una sensazione di smarrimento e di vertigine.
La gioia però è leggermente permeata dal rammarico per non avere la possibilità di osservare uno dei panorami di vetta più belli per una cima non eccessivamente elevata come il Col Ombert (2.670 m) a causa di un tempo cupo e di nubi basse che oscurano tutto il paesaggio intorno. Inizia a cadere anche qualche fiocco di neve che mi costringe a accelerare il ritorno.
Il tempo di una foto con i compagni di scalata e poi la discesa fino ai piani delle "Laste" seguendo inizialmente il sentiero 609 .
Ora la neve sta aumentando anche se i fiocchi sono così piccoli che sembrano palline di polistirolo.
Cerchiamo, non senza qualche difficoltà, e troviamo la traccia di sentiero che, staccandosi dal 609 ci porta, perdendo circa 50 metri di quota, lungo la base della parete nord del Col Ombert al Passo di S. Nicolò.
Mi fermo un attimo e guardo a destra, sopra il rifugio, dove ritrovo la massiccia mole della montagna che oggi mi ha svelato alcuni aspetti del suo carattere permettendomi di conoscerla un pò più da vicino.
Ora le neve fiocca con più intensità e il paesaggio perde sempre di più i propri colori autunnali per assumere un aspetto uniforme, quasi invernale.
Ridiscendo velocemente lungo la carrareccia che attraversa i pendii e i prati della testata sud della valle.
Il silenzio è assoluto, rotto solamente dal rumore smorzato dei nostri passi sull'erba coperta dalla prima neve.
E' un paesaggio quasi irreale quello che mi accompagna durante il ritorno, che però riesce a riconciliarmi con me stesso e con la montagna, e soprattutto con la nostalgia di un bisogno di condivisione negato e che al sopraggiungere di ogni autunno invade il mio animo, proprio come il tempo che ha accompagnato questa escursione.
* Partenza: Baita Ciampiè (1.828 mt)
* Arrivo: vetta Col Ombert (2.670 mt)
* Durata ore 4 e 30 min
* Distanza: 9 km
* Dislivello: 900 mt
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