Un giorno di primavera mi sedetti cercando di scrivere, ma subito capii che quel giorno la scrivania dello studio non era il luogo ideale in cui si potevano rielaborare i pensieri del cuore.
Così in una collina subito a nord di casa, costellata di ciliegi in fiore, uscii a fare una passeggiata, su per la valle del vecchio mulino e lungo il crinale, e poi giù fino al torrente.
La primavera era arrivata dopo un inverno insolitamente umido e piovoso e le colline erano diventate di quel verde sfrenato ed esuberante che dimentico e riscopro ogni volta che esco a camminare al tepore dei primi caldi primaverili. Attraverso l'erba novella sporgeva il giallo oro dei fiori di tarassaco che rendeva la tavolozza più carica del resto dell'anno.
Queste carrarecce e questi sentieri congiunti formano un circuito di circa sette chilometri, che ricominciai a percorrere a piedi circa dieci anni fa per fare svaporare, camminando, l'ansia di un anno difficile. Continuavo a ripercorrere questi itinerari per concedere una tregua ai problemi e al lavoro.
"In una cultura,come la nostra, orientata alla produzione e al consumo, pensare è generalmente concepito come un fare niente, e il fare niente è difficile da fare. La via migliore per realizzarlo è di mascherarlo nel "fare qualcosa", e ciò che più si avvicina al fare niente è il camminare.
Camminare in sé è l'atto volontario più vicino ai ritmi involontari del corpo: il respiro e il battito del cuore."
Stabilisce un delicato equilibrio tra la mente sempre operosa e l'anima che anela al silenzio.
Non sapevo con precisione se ero troppo in anticipo o troppo in ritardo per i germogli di luppolo che in queste colline è quasi invasivo, ma lo sguardo era attratto dalle chiazze e mazzetti di viole di ogni colore e specie.
Viola odorata , dark ladies in velluto viola scuro e intensamente profumate e con le foglie a forma di cuore perfetto, viole canine, azzurro pallido o lilla sbiadito, un po’ anemiche e senza profumo.
E a far compagnia alle viole l’azzurro delle pervinche che mi ricordavano le camminate fatte con mio padre in stagioni ormai lontane a cercare le prime erbe di stagione: bruscandoli, bruschi e tanoni.
Muoversi a piedi sembra rendere più facile muoversi nel tempo; la mente vaga dai pensieri ai ricordi e rende all'anima un silenzio intriso di malinconia.
2 commenti:
Ma le foto del risottino coi bruscandoli non ce le fai vedere?
:-)
@Lorenzo: devi guardare a qualche posto precedente come questo
http://terre-alte.blogspot.com/2009/04/la-primavera-e-le-sue-erbe-lortica.html
....che dici ?
Posta un commento