Poca neve e insolita mitezza accomunano, per ora, gran parte delle regioni del Nord Italia in questa strana. Sembra quasi che l'inverno non sia mai arrivato, ma che, a parte le temperature basse della scorsa settimana, questi mesi siano la continuazione dell'autunno secco e arido appena passato.
E allora, dal momento che non riesco a programmare delle nuove ciaspolate, decido di ripiegare per una uscita sulle colline ai piedi dell'Altopiano di Asiago alla scoperta di inusuali ed insoliti sentieri.
Non senza qualche difficoltà riesco a parcheggiare l'auto tra il Municipio e la Chiesa di Crosara, frazione di Marostica posta sulle colline a 422 mt slm.
Subito la strada sale ripida fino ad una curva dove è ben evidente il cippo in marmo con lapide di dedica che indica l'inizio dell'antica strada armentaria romana chiamata in seguito " el saliso" in quanto la strada si presenta ancora oggi per tutta la sua lunghezza completamente selciata.
Fino a cinquant'anni fa era una strada molto percorsa dai carri e dagli abitanti di Conco che dovevano scendere a Marostica. Ma la sua costruzione si fa risalire probabilmente al I° secolo dopo Cristo. Studi recenti infatti ci indicano trattarsi di una strada armentaria romana e come tutte le strade armentarie costruite dai romani serviva per portare gli armenti dalla pianura ai pascoli dell'Altopiano, ma anche a fare transitare le merci dell'attività armentaria estiva (il formaggio, la ricotta, ma soprattutto la carosa...)verso la città di Padova (Patavium).
Infatti Padova, pur essendo già dal 49 a.C. un municipium romano, è solamente durante l'epoca imperiale che divenne uno dei centri più ricchi e importanti grazie alla lavorazione delle lane provenienti dai pascoli dell'altopiano di Asiago.
Di questa antica strada rimangono ancor oggi alcuni tratti percorribili e uno di questi è quello che porta dalla frazione di Crosara a quella di Gomarolo.
Sarà la luce fievole del sole in questo tardo pomeriggio d'inverno, sarà la consapevolezza di camminare sul selciato di questa antica strada, certo è che le sensazioni e i pensieri che in modo concitante scaturiscono dalla mia mente mi costringono a rallentare il passo.
La pendenza è costante per tutto il primo tratto che sfocia tra le case di contrada Cassoni a quota 520 mt. Un gruppo di case dove il tempo sembra essersi fermato e che risveglia in me ricordi ormai sopiti. Si ode solamente il gracchiare di una vecchia radio che sta trasmettendo alcune notizie, null'altro. Manca il vociare continuo dei bambini, e ci sono solo pochi vecchi costretti dentro casa dalla pausa obbligata dei lavori dei campi.
Ora la strada spiana leggermente ed entra in un bosco aperto di faggi e carpini che costeggiando ad ovest monte Alto va ad incrociare la strada asfaltata che porta a Gomarolo.
A questo punto decido di evitare la strada e di svoltare a destra per salire lungo una strada forestale che con discreta pendenza mi porta alla frazione più alta: contrada Boffi con case e fienili completamente ristrutturate.
La vista che si ha sulla pianura veneta è a dir poco stupefacente anche se siamo solamente ad un'altezza di 724 mt. Da qui seguendo un tratturo scendo lungo un bel bosco di castagno e roverella fino a ritrovare la strada asfaltata proveniente da Cassoni.
Quando giungo nuovamente in contrada il sole sta oramai scomparendo dietro le cime delle piccole dolomiti.
quota partenza: 422 mt
quota arrivo: 725 mt
distanza percorsa: 8 km
tempo in movimento: 1 h e 40'
energia spesa: 720 Kcal
4 commenti:
bellissimo blog che ho appena scoperto e bel post questo, anche perchè abito vicino Contrada Boffi :))
tutti i post sono molto belli, complimenti davvero
@ Vittorio:
lusingato dei complimenti. Allora, se non sbaglio, la tua potrebbe essere la contrada di M. Alto.
Questa o la prossima settimana vorrei rifare il percorso completandolo proprio con il pezzo che sale a M. Alto.
E poi cercherò un tratturo che mi riporti a Crosara.
Grazie ancora per essere passato di quà
Sono molto belle le immagini dell'antica strada selciata!
Quando sai di percorrere strade molto antiche non si riesce a fare a meno (almeno a me capita cosi') di pensare a quante persone, quanta umanita', quante vite, hanno percorso prima di te quel luogo, appoggiato il piede su quella stessa pietra su cui ora stai camminando tu....
Cosa guardavano, cosa pensavano, cosa sentivano....
Forse, seppure in modi diversi, i nostri pensieri si aggiungono ai loro.
Ciao Mario
Maria
@Maria
hai perfettamente ragione, erano gli stessi pensieri che animavano anche la mia mente.
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