"Raccontare, parlare, è molto difficile. 
È sempre duro arrivare così vicino all'essenza della vita e poi, dopo, 
sentirsi imprigionati nelle strettoie del linguaggio completamente inadeguato a tradurre in parole, in simboli  la totalità dell'esperienza vissuta.” 
Renato Casarotto
  
Mi sono fermato per un momento a pensare alle tantissime e concrete 
possibilità di non essere qui oggi.
Per esempio a quando da bambino, 
col naso sempre per aria, mi sporsi nel pozzo che stava nella corte davanti casa, misi il 
piede dove non c’era più la copertura di ferro e fermai la caduta nel 
vuoto allargando istintivamente le braccia.
 O ancora a quando fresco di 
patente mi improvvisai rellysta alla guida della cinquecento bianca sulla contorta strada che saliva in montagna, finendo dopo un ripetuto testacoda nell'unico prato pianeggiante a lato della strada.
Ma anche e soprattutto a tutti i casi che potevano ma non sono avvenuti.
Ma anche e soprattutto a tutti i casi che potevano ma non sono avvenuti.
 Ora sono qui, fatico a riposare perché ho ancora male alla spalla e alla testa, ma soprattutto perché 
non riesco ancora a capire cosa sia successo.. continuo a 
pensare........a rivivere quell'istante.
Chiudo gli occhi e nella mente dapprima il buio e il vuoto....... poi il nulla e infine l'impatto contro il muro.... il risveglio e l'immagine sfumata di una mano e di un volto al mio fianco.
Chiudo gli occhi e nella mente dapprima il buio e il vuoto....... poi il nulla e infine l'impatto contro il muro.... il risveglio e l'immagine sfumata di una mano e di un volto al mio fianco.




1 commento:
...ascoltando il tuo racconto si potrebbe chiamare MIRACOLO...
perderti cosi sarebbe stato devastante...ed invece siamo qui a ringraziare quella mano che ti ha salvato e quel volto che ti ha tenuto compagnia...un abbraccio stretto!
Amica di baita
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