giovedì 3 ottobre 2013

Bedollo - Baita Alpina

Andando a Trento lungo la statale n. 47 della Valsugana, subito dopo Pergine, si sale verso l’Altopiano di Pinè. Da Baselga di Pinè si prosegue costeggiando prima il lago di Serraia e poi quello delle Piazze, che ricordano le atmosfere alla Schnitzler, esausti e tranquilli, con la loro solitudine fatta di canne, faggi e pini.

Passati i due laghi, e arrivati a Bedollo, si deve salire per una strada che si inerpica e che si fa sempre più stretta mano a mano che si sale tra case e villette, oltre la chiesetta di Sant’Osvaldo, fino al nuovo "parco giochi". Pochi metri prima del parcheggio del "parco giochi" sulla sinistra si trova, recentemente ristrutturata anche nella grande terrazza all'aperto, la Baita Alpina.

Solamente allora, una volta sceso dall'auto e guardandomi attorno mi rendo conto di essere come sospeso sopra ai laghi, attorniato da uno splendido bosco di betulle, abeti rossi, pini e faggi e larici che frusciano un po’ nella brezza come a darti un dolce saluto di benvenuto. E tra il bosco odoroso alle tue spalle e il prato che piega in basso verso le ultime case del paese ti appare, come nelle favole che ti raccontavano da bambino, la Baita Alpina.

Il ballatoio pieno di gerani al sole, i grandi e rinnovati tavoli all’aperto, la recinzione cintata di nuovi tronchi di legno che profumano di resina. Il tutto avvolto in un silenzio e in una quiete quasi irreale.
Dalla cucina esce un piccante e piacevole odore di carne ai ferri, mentre riesco ad intravvedere il grande paiolo dove la polenta sta finendo di cuocere. Esco a fare due passi  e ad osservare il bosco che si snoda dietro la baita, pieno di sentieri, e tra i pini e il prato il piccolo parco giochi.
Profumo di vento e di vecchi ricordi che riaffiorano alla mente.

Il menù proposto è semplice e i piatti tipici in coerenza con la tradizione della cucina trentina più classica ma con un'attenzione alla qualità delle materie che raramente si incontra in una malga. La scelta è tale che ti ritrovi in difficoltà ad ordinare, e non ti fa inquietare nemmeno la preoccupazione del prezzo, che è veramente molto modico, rispetto a quello che puoi ordinare e al bel posto che di cui puoi godere.

Alla fine mi lascio ingolosire dalle tagliatelle con i funghi porcini. E quando arriva la sorpresa più grande sarà quella nel constatare che sono realmente e solamente porcini saltati nel burro con l'aglio proprio come li farei io a casa. Ci starei delle ore e forse anche un'intera giornata, senza fretta, mentre avanzano le prime ombre della sera, radenti sull’erba con un luccichio di altri tempi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bella...!!! ne ho ancora un piacevole ricordo, anche se sono trascorsi alcuni anni.... della cucina non saprei perchè era quella l'epoca della "frutta disidratata"...!!!

ciao

A.

mario ha detto...


Hi, Hi, Hi.

Se decidi di cambiare strada vedrai che quest'anno la compagnia è decisamente più alla tua "portata".

Bella questa battuta