giovedì 5 giugno 2014

Sotoportego della Corte Nova


Quando dal pontile di San Zaccaria vi state dirigendo verso  San Francesco della vigna, poco prima della Calle dei Furlani potete fare una deviazione per un percorso alternativo che vi porterà in un altro angolo "arcano" di Venezia.
Arrivati in fondo alla calle di Lion invece di proseguire dritti girate a sinistra e percorrete in tutta la sua lunghezza la calle di San Giorgio degli Schiavoni. Arrivati alla fine il percorso obbligato vi porterà a girare a destra per la Corte Nova e il suo sotoportego.
Il sotoportego (letteralmente, "sotto porticato" e' uno degli elementi piu' caratteristici dell'urbanistica della citta' di Venezia. Si tratta infatti di un passaggio di collegamento tra calli o altre strade ricavato direttamente nel corpo di un edificio, tipicamente eliminandone una porzione di altezza pari a tutto il piano terreno. Molto spesso il sotoportego costituisce l'unico accesso a una corte o a un campiello.

Questa tipica corte veneziana è delimitata da ben due sottoportici, caso decisamente inusuale in città. Uno di questi due, il Sottoportico della Corte Nova, è unico nel suo genere. Il doppio capitello al suo interno vuole ringraziare la Madonna della Salute per aver sempre risparmiato gli abitanti della Corte Nova da tutte le epidemie prima e dai bombardamenti poi che si succedettero a Venezia nel corso dei secoli.

Così successe che nel 1630, nonostante l'epidemia di peste nera, nessun abitante della Corte Nova venne contagiato, e lo stesso fatto, al limite del miracoloso, si ripeté con le epidemie di colera che colpirono duramente Venezia nel 1849 e 1855. Neppure i bombardamenti aerei austriaci nel corso della Grande Guerra provocarono delle vittime nelle case prospicienti alla Corte Nova. Gli abitanti di questa zona eressero all'interno del sottoportico ben due capitelli uno di fronte all'altro, (caso piuttosto raro a Venezia), per ringraziare la Madonna della Salute di avere risparmiato la loro comunità. Nei due capitelli sono raffigurate le immagini della Santa Vergine e l'atmosfera del luogo ci fa sentire più nella cappella di una chiesa che in un sottoportico.

Ma attenzione, non dobbiamo assolutamente calpestare la pietra in marmo rosso posta sulla pavimentazione del sottoportico (vedi foto). A detta dei superstiziosi, toccare quella pietra porta sventura. Non stupitevi quindi se vedrete i veneziani cercare di non calpestare una pietra in marmo rosso, il loro dna gli dice che sicuramente porta male! Infatti un tempo la lettura delle sentenze capitali veniva pronunciata tra le due colonne in marmo rosso poste sulla Loggia Foscara di Palazzo Ducale.
Inoltre il colore del lutto ai tempi della Serenissima era considerato il rosso.

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