Da Asiago prendiamo la strada per Camporovere e seguendo la statale 349 che porta a Passo Vezzena si giunge ad un incrocio con le indicazioni per Rifugio Malga Larici. Prendiamo a destra e seguiamo la strada che con qualche tornante ci porta al Rifugio.
La giornata è una di quelle che si preannunciano indimenticabili: sole, ottima visibilità e temperatura mite.
Non sembra proprio di essere ai primi di dicembre dopo una copiosa nevicata, ma in marzo con la primavera alle porte.
La giornata è una di quelle che si preannunciano indimenticabili: sole, ottima visibilità e temperatura mite.
Non sembra proprio di essere ai primi di dicembre dopo una copiosa nevicata, ma in marzo con la primavera alle porte.
Giunti alla Malga, prima di metterci in marcia, ci beviamo un classico "brulé alla frutta" preparato in maniera insolita da Alessio il gestore.
Dal parcheggio si torna indietro fino alla curva da dove parte una stradina.La meta è lì, imponente davanti a noi. (foto 2)
Fa caldo e ben presto ci troviamo a camminare con la semplice maglietta.
Quando arriviamo in prossimità di Malga Porta Manazzo facciamo una piccola deviazione, prendendo il sentiero 205, che in breve ci porta alla forcella omonima (foto3) da cui possiamo ammirare un panorama mozzafiato sulla Valsugana.
Visto che il sentiero "estivo" è battuto ci inoltriamo nel bosco restando pero' su una traccia interna rispetto al ciglio della Valsugana per maggior sicurezza.
Su questa traccia però la neve è meno battuta e si avanza con fatica.
Usciti dal bosco possiamo ammirare il paesaggio sui Fondi di Campo Manderiolo, (foto 4) un'ampia valletta assolata e silenziosa.
Ora si scende leggermente e poi si punta decisamente verso la cima.
Il sentiero è ben tracciato e la visibilità ottima.
Nell'avvicinamento alla vetta però si avverte con maggior intensità l'aria fredda che sale dalla Valsugana che ci obbliga nuovamente a rivestirci.
La salita è lunga e, mano a mano che si avanza, diviene aspra, costringendoci a controllare il respiro e ad accorciare il passo per non trovarci senza forze ed energie nella parte terminale.
Finalmente in cima; incontriamo un nutrito gruppo di sci alpinisti e ciaspolatori.
Questo e' un giro classico per la sua facilità e assenza di pericoli oggettivi.
Qui il vento è ancora più forte e freddo; non ci impedisce però di ammirare lo strepitoso panorama.
Ad ovest imponente davanti a noi il gruppo del Brenta..... e in basso a destra la Valsugana con i laghi di Caldonazzo e Levico. (foto 6)
Dalla parte opposta la cima e la dorsale ovest del Portule in tutta la sua imponenza. Una delle montagne più selvagge e meno frequentate, almeno d'estate, di tutto l'Altopiano
(foto 7)
Ci abbassiamo un pò per trovar tregua e mangiare un boccone e intanto guardiamo le discese degli sciatori.
Dopo un po', rimasti ormai soli, ci rimettiamo in cammino: ora tocca a noi divertirci.
Teniamo una diagonale con pendenza costante fino alla base dei prati dove si raccorda la stradina forestale che costantemente in discesa ci riporta alla Malga.
4 commenti:
Che bella giornata che avete avuto ! Che bella ascensione e che panorama da lassù !
Non posso non invidiare il tuo stato di forma, Mario...
Fà che l'inverno sia ricco di queste tue inziative escursionistiche
Grazie a te, abbiamo avuto il piacere di scoprire l'altopiano con i vividi colori estivi. Ora ce lo mostri nella versione invernale, così imbiancato e silenzioso è straordinario.
Ciao, un abbraccione.
vittorina
Giorgio, io ci provo anche se con la tutta questa neve è veramente molto dura.
Vittorina,
chissà, magari un giorno di questo lungo ponte di festività si riesce pure a fare una escursione invernale in queste zone dell'Altopiano così ricche di emozioni estive.
ricambio l'abbraccio
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