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Il tempo ha oramai reso leggero e lieve, come questa neve, il giorno del tuo strappo, del tempo speso nel momento in cui dicevi “per sempre”.
E ora le nostre vite trascorrono in una direzione che esclude l’incontro e la possibilità, aprendosi solo al silenzio reso assente .
Mi sono chiesto tante volte di quel tuo “volere” fino ad un certo giorno e poi il nulla,come se di una mano che ha tenuto stretta la tua si potesse fare ciò che si fa di un libro vecchio e sgualcito.
E tante volte mi sono chiesto se le mie parole tu abbia mai saputo,o voluto, veramente leggerle.
Le tue le ho aspettate tanto da quando lamentasti la mia indifferenza e il tuo sbadato alibi del tempo che non c’era.
Le tue le ho aspettate tanto da quando lamentasti la mia indifferenza e il tuo sbadato alibi del tempo che non c’era.
Le poche e straordinarie che avevo le ho portate sempre con me, ripiegate con cura tra le pagine di un libro che non ho mai disperato di poter riempire di tempo e di profumi lasciati a metà.
Ed era un bel camminare oggi sulla neve con il pile bianco che mi avevi regalato e quelle poche parole stipate nel cuore gonfio del privilegio di averle ricevute.
E di vederle scorrere una ad una nei rivoli del disgelo, a memoria, senza poter evitare il freddo dentro e senza riuscire a trovare – in questi giorni lunghi ormai come anni – un solo indizio della disattenzione che mi avrebbe precipitato in questo solco di lontananza.
Senza riuscire a restituirle al loro tempo, come sarebbe piaciuto a me.
Ed è un ritorno a casa di malinconica dolcezza, quello che oggi mi porta via da queste seducenti montagne con poche nuvole che si allontanano all'orizzonte, ogni volta per sempre.
E oggi, come ieri, c’era tanta neve per non desiderare di partire, ma troppa per poter proseguire.
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2 commenti:
“Il tempo ha oramai reso leggero e lieve, come questa neve, il giorno del tuo strappo, del tempo speso nel momento in cui dicevi “per sempre”.
E ora le nostre vite trascorrono in una direzione che esclude l’incontro e la possibilità, aprendosi solo al silenzio reso assente .”
“Le tue le ho aspettate tanto da quando lamentasti la mia indifferenza e il tuo sbadato alibi del tempo che non c’era.
Le poche e straordinarie che avevo le ho portate sempre con me, ripiegate con cura tra le pagine di un libro che non ho mai disperato di poter riempire di tempo e di profumi lasciati a metà.”
“Ed è un ritorno a casa di malinconica dolcezza, quello che oggi mi porta via da queste seducenti montagne con poche nuvole che si allontanano all'orizzonte, ogni volta per sempre.
E oggi, come ieri, c’era tanta neve per non desiderare di partire, ma troppa per poter proseguire.”
Come può un amico “entrare” in questa sorta di profonda confessione/ricerca ? E con che diritto, poi ? A che titolo ?
Mi faccio coraggio : a titolo d’amico, appunto, Mario.
E comunque…oggi mi sembra di conoscerti un po’ più di ieri, è come se io avessi aggirato uno spigolo che mi impediva di osservare un tuo angolo in ombra…
Però mi chiedo…avrò capito quello che di proprio, di prezioso, Mario ha affidato a questo freddo recentissimo Natale ? E che significa raccontarsi proprio a Natale ? E’ qui che fatico a proseguire. Il “gropon”, su cui a volte si scherzava tra noi, è troppo intenso, espansivo.
E più provo ad avvicinarmi al tuo “vissuto”, ora che è diventato anche il tuo “narrato”, e più percepisco quanto tu debba aver sofferto…Una sofferenza che spero si sia alla fine un po’ stemperata come la neve che se ne va, poco per volta, nei pallidi, appena tiepidi soli della nostra esistenza…
Mi incoraggia in tal senso l’incipit del tuo scritto…
Neve e silenzio. La neve copre ogni cosa…il prato, il pascolo, il bosco, il ghiaione, via via il sentiero. E’ come se zittisse la superficie d’ogni terreno. Termina il rumore, il brusio; solo il suono del silenzio e del vento che lambisce gli affioramenti.
Ma in quel silenzio avverti, forse più forte che mai, la profondità d’un dialogo mai svoltosi, il senso di parole mai piovute.
Che, ieri, hai riascoltato dentro di te molto nitide, evidenti. Che hanno riecheggiato nei valloni della memoria…
Il tempo compie poche volte quello che da lui ci s’aspetterebbe, Mario…è come se la sua e la nostra relativa unità di misura fossero inconciliabili.
In più stamani il manto nevoso è molto profondo. O molto alto ?
Che ne sarà allora di quel lento, dolce disgelo primaverile ?
Un abbraccio
giorgio
"Neve e silenzio. La neve copre ogni cosa…il prato, il pascolo, il bosco, il ghiaione, via via il sentiero. E’ come se zittisse la superficie d’ogni terreno. Termina il rumore, il brusio; solo il suono del silenzio e del vento che lambisce gli affioramenti."
E' proprio questa, caro Giorgio, la sensazione della mia vita oggi.
E' la stessa sensazione che ho provato quel giorno quando camminavo su quella neve che aveva ricoperto ogni cosa di quella parte del Lagorai che conoscevo molto bene per le mille escursioni compiute in primavera, estate ed autunno. Ma in quelle stagioni ogni particolare di quelle montagne mi è noto, ogni sasso, ogni pascolo e ogni bosco sono da me conosciuti e impressi nella memoria.
Ma ora tutta quella neve caduta ha coperto ogni possibile traccia, livellato ogni possibile affioramento, rivestito ogni segno rendendo quella valle e quelle montagne silenziose e malinconicamente dolci, proprio come il mio cuore.
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