La salita al compatto e austero bastione del monte Portule è, meritatamente, una delle escursioni più frequentate e remunerative dell'altopiano di Asiago e degli altipiani trentini.
Di poco più basso della vicina Cima XII, il Portule si pone geograficamente al centro tra l'altopiano di Asiago, quello di Vezzena e la grande depressione della Valsugana.
Proprio per la sua struttura ad imponente roccaforte e la posizione dominante ancor più del vicino Verena, durante la grande guerra divenne uno dei punti strategici dopo la fase successiva alla 'spedizione di primavera' (Strafexpedition), dall'estate 1916 fino al ritiro italiano dalle linee avanzate a seguito della disfatta di Caporetto.
Il giro del Portule permette di comprendere il succedersi di quegli avvenimenti e degli inutili massacri che ne conseguirono (morirono complessivamente 35.000 soldati da entrambi le parti). In auto da Camporovere per la strada della Val d’Assa al bivio per il Rifugio Larici dove svoltiamo a dx per la strada asfaltata e breve tratto di strada bianca fino alla Malga Larici.
Dal parcheggio in curva di malga Larici di Sotto (m.1610, agriturismo in stagione) si segue il segnavia n° 826 che passa vicino alla malga, poi per la Eugenstrasse, che fatti alcuni tornanti, sale dolcemente fino ad una grande ansa verso dx dove troviamo le tabelle con indicazioni per Porta Renzola che si vede in alto ( 1.780 mt - ore 0.35).
Dopo 5 minuti, nei pressi del primo vallone che scende dal Portule (usato nei mesi invernali per la salita e discesa dagli scialpinisti)lasciamo la Eugenstrasse e saliamo per traccia evidente la ripida salita (500 mt di dislivello senza nessuna tregua).
Il panorama di vetta è notevolissimo e permette di cogliere l'intera fisionomia degli altipiani.
Dopo la pausa proseguiamo per il sentiero che, tra grandi distese di mughi e macereti di grossi massi, scende verso la grande piattaforma del Filon di Portule e i Cornetti di Bocchetta Portule.
Il paesaggio è racchiuso entro un tipico vallone poco pronunciato, mostra tutte le caratteristiche carsiche con numerose doline e grandi sassaie, oltre a spaventosi inghiottitoi carsici, che lo rendono angosciante, seppur molto affascinante.
Una volta arrivati a Bocchetta Portule (1.935 mt 3 h e 30'), l'ampia insellatura che si affaccia sul grandioso vallone della val Trentin, si ritorna a seguire la Eugenstrasse che in 6 kilometri ci riporta al parcheggio di malga Larici.
4 commenti:
L'anno scorso ho fatto questo giro, ma all'incontrario. Se scendere dal Portule a Bocchetta Renzola e poi alla strada, ti spacca le gambe, non oso immaginare cosa voglia dire salire. Bravo Mario! Io sinceramente non so se ne avrei al forza.
Ciao
Remigio
Eh già.
Ma anche scendere non è uno scherzo.
Mi sarebbe piaciuto, una volta salito al Portule, scendere alla forcella Kempel e poi, aggirato il Trentin, salire a cima XII e ritornare per Bivio Italia e Campo Gallina.
E' un giro tosto che meriterebbe una giornata intera di cammino.
Vedremo.
Una giornata di cammino è dir poco. L'ho fatta, ma quando avevo 45 anni di meno, solo che invece di tornare indietro, abbiamo fatto anche Cima Undici, Ortigara e abbiamo dormito in tenda al Lozze.
..caspita che giro.
Anche vent'anni fa me lo sarei solo sognato.
Dai Remi che con costanza ed impegno ho visto che si riesce a concretizzare tutto.
Anche i sogni.
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