"...il camminare ti costringe ad avere un ritmo del corpo rallentato
rispetto alla vita molto frenetica a cui siamo abituati.
E mentre sei in cammino anche lo sgorgare dei pensieri è più lento.
Questo di sicuro si è riflesso nella scrittura del mio ultimo libro:
è una scrittura cadenzata, che cerca di trasmettere il ritmo del giorno dopo giorno."
Il monte Kailash è la montagna più sacra del mondo, mai conquistata, e venerata da un quinto dell'umanità. Isolata alle spalle dell'Himalaya centrale, secondo il mito sarebbe la fonte dell'universo scaturito dalle acque cosmiche e dalla mente di Brahma. Con i suoi 6.600 mt non è un gigante per gli standard himalayani, ma la sua vetta non è mai stata espugnata, e per secoli pellegrini indù e buddhisti vi hanno camminato ritualmente attorno.
" Mi chiesi di nuovo dove stessi andando.
La montagna dipinta era stata trasformata in un paradiso idealizzato e resa inerte.
Ma per i credenti, il Kailash terreno è una scala tra la luce e le tenebre..."
La montagna dipinta era stata trasformata in un paradiso idealizzato e resa inerte.
Ma per i credenti, il Kailash terreno è una scala tra la luce e le tenebre..."
Colin Thubron si unisce a questi pellegrini, dopo un'estenuante camminata dal Nepal, attraverso gli alti passi del Tibet, fino al magico e bellissimo lago di Mansarovar che riposa in un dolce altipiano a 4.590 mt di altitudine alle pendici del monte Kailash. Un bellissimo diario di viaggio che coniuga la forza e la poesia della scrittura di Thubron con la sua capacità di mettersi in sintonia con le persone che incontra.
" Quando riprendo il cammino, mi stupisco di loro,
della loro lievità, della loro mancanza di bisogni.
della loro lievità, della loro mancanza di bisogni.
Si sono disfatti di quello che gli altri perdono con la morte.
Non lasceranno alcun bene materiale che possa essere reclamato, diviso o amato."
Tiziano Terzani nel commentare questo libro scrive che per riscoprire la magia di un viaggio bisogna smettere di fare e comportarci come dei turisti-consumatori e ritornare ad essere dei pellegrini. Colin Thubron, in questo libro, ci riesce perfettamente e in questo suo pellegrinaggio risveglia un paesaggio interiore di solitudine, amore e dolore, ridando vita a preziosi frammenti del suo passato.
" Solo nelle pause irreali riesco a cogliere una strana intimità in questo mio pellegrinare,
come una traccia di memoria."
Questa è la storia di un viaggio difficile sul tetto del mondo, un luogo che appartiene all’immaginario di ogni alpinista, alla spiritualità che vive in ognuno di noi e molto altro ancora. Un itinerario che pochi riescono ad affrontare, per via delle impervie altitudini, per la durezza del clima himalayano, per la lontananza e per la complessità geopolitica di quei posti.
"Volgi lo sguardo a valle e ti chiedi: come sono arrivato fin qui?
E' possibile che tu abbia fatto tutta questa salita senza accorgertene,
drogato dal ritmo dei tuoi scarponi, come in sogno,
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