lunedì 23 dicembre 2013

"I hån lai a pizzle vrost un höarme asó debl"

"Ho solo freddo e un po’ di debolezza" - rispose in cimbro alla domanda del dottore che Le chiedeva come si sentiva. E dal momento che il dottore era giovane e non conosceva quella lingua, Tönle tradusse.

Primo capitolo della "Trilogia dell'altipiano", La storia di Tönle Bintarn, bracconiere e pastore, che, avendo ferito una guardia regia, è costretto a fuggire tra le montagne dell'Altipiano di Asiago, forse rappresenta qualcosa di più di un quadro realista raffigurante il panorama culturale e storico dell'infanzia di Mario Rigoni Stern.

Siamo dunque nel 1866, quando il Veneto fu coinvolto nel terzo conflitto d'indipendenza del Regno d'Italia. Le vicende si susseguono tra viaggi in cerca di lavoro, gli anni che passano, la neve e il freddo che si fanno coprotagoniste, un'amnistia che arriva troppo tardi, una solitudine vissuta nell'anonimato.

Gli eventi si accavallano, si addensano velocemente; sono essi stessi che comandano il racconto. Tönle non disprezza la solitudine, anzi lui vorrebbe essere lasciato in pace, lui, seppur informato, fugge dal coinvolgimento politico di una guerra che avversa ed odia perché voluta dai regnanti e non dalla gente.
 Lui ama la solitudine, il distacco dalle necessità, dal potere e dai conflitti e desidera essere uno spettatore.

Quello che vuole è solamente tornare alla sua Huamat (in lingua cimbra), che non è la patria come la intendiamo noi, ma quel luogo che lui sente che gli appartiene; il suo gregge, la sua pipa, i suoi prati erbosi, le sue montagne, la casa e le colline ricoperte di neve,  il suo piccolo mondo antico.

"L'Altopiano rimane pur sempre la mia terra, matria e patria: qui posso raccogliere storie da raccontare; leggere i segni dei boscaioli; ascoltare e seguire le voci della natura; lavorare, amare....... E quando il vento morde il tetto e il mulino del cielo non si stanca a macinare neve, ricordare e raccontare".

La storia di Tönle Bintarn è la memoria storica di Mario Rigoni, delle sue origini, dei suoi antenati, di un mondo ormai lontano che l’evento della Grande Guerra ha cercato di distruggere. Tönle diventa allora l’emblema della libertà, la radice ancestrale che lega l’uomo alla natura, ai suoi monti, alle sue abitudini, alle stagioni della vita, agli autunni dal rosso pastello delle foglie, agli inverni silenziosi, al fumo odoroso della legna nel camino.
In poche parole alla cultura e all'"identità" della gente di lingua cimbra.

Ci sono voluti due anni di lavoro e otto riscritture per donare alla comunità cimbra il testo più lungo scritto nella sua lingua da tempo immemore. Tönle Bintarn edito dalla Provincia Autonoma di Trento su concessione gratuita dei diritti da parte dell’editore Einaudi e della famiglia Rigoni Stern è la traduzione nell’Antica Lingua del romanzo più bello di Mario Rigoni Stern, che proprio così soleva definire Storia di Tönle premio campiello 1978. Già nel testo originale in italiano la lingua cimbra riaffiorava continuamente come un grande fiume carsico, i protagonisti del romanzo si esprimevano infatti in cimbro e ora finalmente si sono riappropriati del tutto della loro lingua madre.

Ideatore ed autore di questa traduzione è Andrea Nicolussi Golo, che alcuni di voi ricorderanno per aver scritto quel "Guardiano di stelle e di vacche"  che tanto mi appassionò e coinvolse durante l'estate di due anni fa.
E giovedì 19 dicembre a Lusiana, all'interno della Rassegna SenzaOrarioSenzaBandiera,  Andrea ha presentato questo suo ultimo lavoro in una serata indimenticabile, rotta talvolta da commozione vera, anche grazie alla collaborazione di Marco Crestani che ha introdotto alcune letture in italiano, poi tradotte e recitate in lingua cimbra da Andrea.
Questa è stata una di quelle sere che ti riconciliano con il mondo, dove si è respirata aria di quel paesaggio interiore, quella geografia dell'anima che ognuno di noi cerca per tutta la vita. Chi, come Tönle Bintarn, è così fortunato da incontrarla, scivola come l'acqua sopra un sasso fino ai suoi fluidi contorni, e ..... si sente a casa (Huamat). J.H.

" Si sentiva bene ora, non c’erano più rumori di battaglia ma solamente un vento leggero tra i rami degli ulivi. Scendeva la sera e anche la pianura verso il mare si rasserenava: il cielo prendeva il colore dell’acqua marina. 
Si sedette sotto un ulivo, ricaricò l’orologio senza sapere che le ore trascorse di quel giorno erano quelle di Natale; accese la pipa, si appoggiò al tronco dicendo a voce alta: «Sembra una sera di primavera» e si ricordò quella di tanti anni prima quando dal margine del bosco aspettava che l’ombra della notte facesse svanire il ciliegio sul tetto per rientrare in casa."

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo, Mario. Buon Natale!

Maria

mario ha detto...

ciao Maria,
ricordo che con Giorgio avevamo parlato di questo libro che anche lui considerava il più bello degli scritti di Mario Rigono Stern.
E giovedì sera penso proprio che gli sia molto piaciuto sentire le parole e i commenti di Andrea sul boscaiolo e montanaro Tönle.

un augurio e un abbraccio anche a te

andrea ha detto...

"sembra quasi un giorno di primavera" è il grido di ribellione di chi nello sfacelo di una Huamat scomparsa per sempre non vuole comunque arrendersi.
Questo è il mio augurio di Natale e per il 2014 (e per gli anni futuri)giorni di primavera sereni per te Mario, per tutti coloro che leggono queste pagine, per l'amata Matria cimbra.
Andrea

mario ha detto...

Questo è uno degli auguri più belli che potessi desiderare per questo Natale, caro Andrea.
E lo rivolgo e ricambio anche a te con la speranza di reincontrarci presto nella tua Lusérn (Huamat)

Unknown ha detto...

Ciao Mario,
prima di tutto volevo farti gli auguri di un buon fine anno ed buon inizio 2014.
In questi mesi sto leggendo molti racconti di Rigoni e stavo proprio pensando che il prossimo che avrei letto era proprio la trilogia dell'altopiano e poi le vite dell'altopiano.
In questo inverno mi sono ripromesso di leggere sopratutto libri di Mario Rigoni che non so perchè ma mi hanno molto incuriosito e fino ad adesso mi sono piaciuti molto.
Un salutone da Fabio e speriamo di rincontrarci con la nuova stagione fungina.

mario ha detto...

ciao Fabio,
fai bene a leggere la Trilogia di Mario Rigoni perché è veramente incredibile ed ogni volume è veramente entusiasmente.
Poi La storia di Tonle ha qualcosa di unico ed ogni volta che lo rileggo trovo sempre qualche spunto o qualche riflessione nuova.
Per me è un capolavoro e di una bellezza straordinaria.
Ricambio di cuore gli auguri.