Sono già alcune settimane che medito in cuor mio di chiudere la stagione delle ciaspe con un'uscita a Passo Giau. E' un luogo che mi è particolarmente caro perché possiede quella capacità, oramai rara nelle dolomiti, di rendere visibile l'invisibile, di emozionare senza dover necessariamente diventare un mega parco giochi diffuso, come invece sono diventate tutte le località sciistiche.
Il fatto è che finora non sono mai riuscito a frequentarlo durante l'inverno e la stagione della neve. Così oggi ci ho provato. Pur con delle previsioni meteo non certo confortanti e con una neve sicuramente "vecchia che nelle ore calde del giorno il sole ammorbidisce in superficie e che poi il freddo della notte indurisce. Neve per escursioni fuori pista a piedi o con gli sci, ma solo fino a metà mattina, fino a che sopporta il peso senza cedere: vi si cammina come sospesi" come dice M. Rigoni Stern.
Mi entusiasmava il fatto che gli impianti di risalita sono tutti chiusi e quindi non avrei trovato di certo la bolgia degli sciatori della domenica, o la musica a tutto volume dei rifugi in alta quota, ne tantomeno i rumori e le grida di chi pensa di essere in una discoteca all'aperto, ma solamente il silenzio di cui la montagna si nutre e nel quale dà il meglio di se stessa.
Arrivati non proprio di buon'ora al Rifugio Fedare (2.000 mt) l'unico ancora aperto che da Selva di Cadore porta al Passo Giau, calziamo subito le ciaspe e iniziamo a risalire la pista della seggiovia che porta alla forcella Nuvolau posta a destra dell' Averau e dove è ben visibile il rifugio omonimo (vedi foto a lato).
La neve comunque tiene ancora bene e sopporta egregiamente il nostro peso permettendoci un'andatura relativamente poco dispendiosa. Grazie forse all'altitudine o forse perché il termometro segna zero gradi e il sole gioca ancora a nascondino dietro una folta coltre di nubi che nasconde alla nostra vista la cima del m. Civetta che con i suoi 3.220 mt rappresenta una delle vette più elevate delle dolomiti.
L'unico inconveniente, che ci fa rallentare spesso il cammino, è il vento freddo che in alcuni momenti arriva così forte da frenare la nostra marcia e soprattutto ci gela il viso e le mani quando ci fermiamo per fare qualche foto panoramica.
In compenso siamo completamente soli in un silenzio così profondo che rende l'ambiente ancora più straordinario.
Un pò prima della Forcella prendiamo una traccia che svolta ad ovest verso la nuova seggiovia "Alpe Potor Nuvolau" (sic !) e che ci conduce, con un lungo traverso sopra i prati di Fedare, alla cresta di salita del monte Pore.
Il vento ora spira ancora più forte e ci rende veramente difficoltosa la sosta per una foto alla Marmolada incappucciata da un mantello di nubi scure e minacciose.
Viste le condizioni meteo e quelle della neve decidiamo di non salire al monte Pore ma di scendere direttamente per i prati al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. All'improvviso, dopo circa mezz'ora, in prossimità dei piccoli fienili adagiati sui dolci pendii dei prati di Fedare, le nubi sopra di noi si aprono e uno squarcio sempre più ampio ci fa intravvedere un azzurro inaspettato.
Proseguiamo la discesa con il sole e la temperatura in rialzo tanto da costringerci ad una sosta, vicino ad una graziosa baita, per toglierci qualche capo d'abbigliamento e terminare l'escursione solo con la maglia softshell.
Alla fine in questo giro abbiamo incontrato due scialpinisti, la Haarnust, il silenzio e soprattutto la montagna, quella con la "M" maiuscola.
7 commenti:
Ah come ve lo invidio questo giro!
Ho sempre amato la voce del vento, soprattutto se rivela, nei momenti in cui cala, maestosi silenzi.
Ben fatto ragazzi, gran bella spedizione
Giornate così sono davvero uniche. Le emozioni intense e le forti sensazioni che si provano, difficile spiegarle in poche parole. In modo molto semplice, ma non per questo banale, direi tutto molto bello.
Giornate così sono davvero uniche.
Le intense emozioni e le forti sensazioni che si provano, difficile descriverle in poche parole. In modo molto semplice, ma non per questo banale, oserei dire tutto molto bello.
@Mark
dispiace veramente che tu non abbia potuto essere dei nostri.
E' stata veramente una escursione straordinaria per tutte quelle cose che ho cercato di raccontare e trasmettere nel post.
Alla prossima
@Massimo
Non posso fare altro che sottoscrivere le tue parole: giornate così sono davvero uniche.
E le sensazioni e i ricordi che ti regalano non "hanno prezzo".
"M" maiuscola come Montagna e come Mario! Sempre belli i tuoi racconti.
Ciaooo
Maria
@Maria
troppo lusinghieri i tuoi giudizi, come d'altra parte quelli di Giorgio.
Ma sui racconti in montagna resta sempre lui il maestro.
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