domenica 29 ottobre 2017

Sovramonte: le casere a gradoni

Le casere a gradoni sono delle costruzioni multifunzionali nel senso di stalla, fienile, magazzino agricolo (avevano cioè la stessa funzionalità dei 'Casoni a Sfojarol' della non lontana Valle di Seren sul Grappa), parenti strette di quelle presenti in Alpago.
Questi edifici sono composti di un corpo a pianta rettangolare, composto generalmente da due vani: al piamo terra con accesso indipendente a valle vi si trovava la stalla mentre al piano superiore con accesso a monte il fienile.
La parte nord dell'edificio risulta parzialmente interrata nel pendio per permettere il trasporto diretto dei carichi di fieno. Il tetto che prevale per importanza compositiva, la simmetria dei fori di facciata e il coronamento a gradoni delle pareti nord e sud, conferiscono un aspetto caratteristico alla costruzione.
La prima domanda che ci si pone quando osserviamo queste caratteristiche costruzioni è: ma da cosa nascono questi frontoni del tetto a gradoni?
Le ipotesi sono diverse, ma probabilmente la più plausibile fa risalire la loro nascita dopo il 1300 quando si sono incontrate due culture diverse, quella germanica e quella latina, e per diversi fattori sarebbe stata introdotta, soprattutto dopo l'intenso e disastroso terremoto del 1348 e la successiva pestilenza che dimezzò la popolazione locale, questa tipica tipologia edilizia germanica.

Infatti dopo questi due catastrofici eventi si pensa che in alcune zone la ricostruzione urbanistica del territorio possa essere stata opera di maestranze provenienti dal nord europa, appositamente chiamate, le quali promossero la diffusione di tale modello a loro consono.
La seconda domanda che ci si pone è relativa al perché di questa tecnica costruttiva e a cosa poteva servire?
In una realtà, come quella di montagna, dove tutto era essenziale e doveva avere caratteristiche di durata, non si può immaginare che la tecnica costruttiva dei "frontoni a gradoni" non dovesse servire ad uno scopo ben preciso. Le costruzioni avevano caratteristiche tali da consentire la loro massima durata, ed erano il frutto di una cultura secolare che aveva selezionato i tipi edilizi migliori, compatibilmente con il materiali a disposizione.

Così l'ipotesi più palusibile interpreta la particolare conformazione a gradoni dei frontoni come strettamente connessa al manto di copertura originario; la copertura vegetale (in paglia) richiedeva infatti una buona protezione dalle infiltrazioni laterali della pioggia battente come pure dai venti che potevano sollevarla e rovinarla facendole perdere la sua peculiare caratteristica. Poi i gradoni venivano protetti da una copertura di lastre di pietra; le lastre venivano così impiegate per il coronamento della linea di gronda per agevolare lo scarico delle acque.

Bibliografia
M. Vedana, Malghe e casère a gradoni. Tracce di matrici culturali germaniche nell'architettura tradizionale, in Insediamenti temporanei nella montagna bellunese, a cura di D. Perco, Comunità Montana Feltrina - C.D.C.P. - Quaderno n.14, Libreria Pilotto Editrice, Feltre 1997, pp. 157-172.
M. Bortot - G. Rossi, Tesi di laurea Sulle tracce della cultura germanica nell'architettura minore della Valbelluna, I.U.A.V. Istituto Universitario di Architettura di Venezia, a.a.1995/96.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti per il blog..peccato non abbia mai frequentato la valle di Seren, in particolare sentiero dei Fojaroi (con Valonera, Val dell'albero) e la salita a Valdumela.
Saluti e complimenti ancora