giovedì 22 novembre 2007

Passiti da meditazione: Torcolato - Breganze

Nel seicento tutto il territorio collinare a nord di Vicenza era un’oasi climatica dove gli aristocratici e i benestanti veneti avevano fatto edificare principesche dimore palladiane, naturalmente circondate dai vigneti.

Le uve erano Groppello, Pomello e Vespaiola.
Le prime due, a bacca rossa, presero piede quando la fillossera fece piazza pulita dei vigneti europei; l’ultima, a bacca bianca, è invece sopravvissuta ed è diventata la protagonista assoluta del “Torcolato”, un vino passito che si produce nel territorio della Comunità montana dall’Astico al Brenta.

La vespaiola, presente per 85% nella produzione del Torcolato, già dal nome rivela il segreto del suo successo: è così ricca di profumi e soprattutto zuccheri da essere considerata l’uva preferita dalle vespe. Il resto è costituito da Garganega, Pedevenda e Tocai

Il nome del vino deriva dalle “torcole”, che sono dei spaghi attorno ai quali i grappoli, una volta vendemmiati, vengono attorcigliati, ovvero, torcolati (vedi foto), e appesi, a travi di legno, ad asciugare in locali aerati o nei solai dei casali.
Quelli da ottobre a gennaio sono mesi cruciali: un cauto dosaggio dell’apertura delle finestre dei locali a seconda del clima della giornata, e l’eliminazione degli acini marciti sono due fondamentali azioni della cura quotidiana di cui i grappoli di vespaiola hanno bisogno in questi mesi.
Le uve appassendo lentamente rilasciano nell'aria la loro acqua sottoforma d'umidità che deve essere eliminata con una buona circolazione d'aria. In questa fase si sviluppa anche la Botrytis Cinerea nella forma larvata, la famosa muffa nobile, che favorisce la concentrazione degli zuccheri e contribuisce alla creazione di speciali profumi e aromi che si troveranno poi nel vino. Tra Natale e l’Epifania, arriva finalmente il momento della torchiatura: i grappoli interi, non pigiati, finiscono sotto il torchio, anche per un intero giorno, con una pressione limitata.

Il succo, non più del 30% del peso dell’uva, esce piano e ancora più lenta sarà la sua fermentazione. Dopo tre mesi il vino sarà ancora dolce, ma al punto giusto e con un piacevole equilibrio tra acidità, alcol e profumi. Infine il legno delle botti darà l’ultimo affinamento alle sensazioni olfattive e gustative complesse e uniche che questo vino sa regalare.
Odorando un calice di questo vino, si avvertono subito aromi di frutta, fico o di albicocca secca. Una piacevole sorpresa è il suo gusto. Dopo una prima impressione di gradevole dolcezza, il vino lascia la bocca asciutta e un gusto di non-dolce tipico e unico. Si risentono gradevoli note fruttate, e, non di rado lievi e piacevoli sentori di miele di castagno nel lungo finale aromatico. E' questo equilibrio di sentori che rendono questo vino così magico.
Assaggiati per voi:

* Az.Agr. Maculan Fausto (Annata 2004, uvaggio misto, affinamento barrique ): ottimo

* Az. Agr. Cà Biasi di Dalla Valle (Annata 2003, uvaggio misto, affinamento misto): ottimo

* Az. Agr. Miotti Firmino ( annata 1998, uvaggio misto, affinamento acciaio): il migliore

* Az. Agr. Bonollo Giuseppe (Annata 2002, Vespaiola in purezza): ottimo

E’ sicuramente un vino, nella sua migliore produzione, da meditazione.
Certo può accompagnarsi bene con formaggi erborinati, o saporiti ed invecchiati come il Vezzena. Di gusto più raffinato è il matrimonio con piatti a base di fegato, ancor meglio se di volatile, quale anitra od oca, come ama illustrare l’istrionico Fausto Maculan (forse il miglior produttore della zona), ma la storia e soprattutto le sensazioni che questo vino sa regalare gli conferiscono un posto di eccellenza tra i vini da meditazione.

E ora, dopo aver chiuso telefono e computer, inserisco un cd nel player.
Mi verso del Torcolato in un calice e mi lascio scivolare nella poltrona.
Spengo la luce per lasciarmi maggiormente coinvolgere dalla fiamma della legna che brucia nella stufa e dal suo potere ipnotico…..
......il tempo in questo momento si ferma
per tutto ciò che non è indispensabile.
Una scelta di andamento lento.
Perché il tempo che impone il Torcolato è un lusso che posso scegliere di godere o condividere.
Ascolto a fior di labbra sentori e profumi d’infinito che immediatamente raggiungono sensi e desideri , mentre le sue seducenti attese sono precedute di un passo, e leggere, restano ora nella mia memoria………. per sempre.

Questo vino partecipa a il Vino dei Blogger #12 Passiti da Meditazione
(Primo Anniversario) di Marco Cenci Loste di Una colica d'acqua.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Allora, Mario...cin cin ! Grandissimo, ineguagliabile passito !

Un abbraccio
giorgio

mario ha detto...

Una bottiglia l'ho messa da parte per ...........

Speriamo !!!