Per la rassegna di viaggi e incontri " Senza Orario Senza Bandiera" si è svolto ieri sera a Pianezze un incontro con Bruno Bruni, presidente della sezione CAI di Recoaro Terme, e la partecipazione di Sabina Bollori e Goretta Traverso.
La serata è stata dedicata all’apertura del nuovo Centro di Andinismo “Renato Casarotto” nelle Ande Peruviane - realizzato con il sostegno delle Sezioni Vicentine del Club Alpino Italiano – e alla bellezza della Cordillera Blanca.
La Cordillera Blanca del Perù, lunga in linea d'aria 180 km e culminante in una trentina di 6000 e un centinaio di 5000, è una delle catene di roccia e neve di più abbagliante bellezza dell'America Latina.
Sulla Cordillera Blanca, da trent'anni un movimento vastissimo di volontari partito dall'Italia, attraverso l'Operazione Mato Grosso, sta cercando di dare non solo un esempio della gratuità, ma anche di formare giovani andini in vari arti e mestieri. Sono stati fondati e fatti funzionare laboratori artistici e artigiani, scuole, ospedali, centri di forestazione, bellissimi rifugi d'alta quota e case attorno a cui si sviluppano innumerevoli attività che danno lavoro e sostegno a migliaia di persone del luogo.
In questo modo si vuole tentare di interrompere l'esodo dei campesinos dalla montagna verso la capitale Lima.
Ragazzi e ragazze campesinos che nelle scuole imparano un mestiere che permette loro di cambiare vita.
Così avviene anche nella nuovissima Escuela (scuola) de Alta Montaña don Bosco intitolata a " Renato Casarotto" di Marcarà, dove gli allievi si preparano a diventare guide andine.
La scuola è nata nel lontano 1999 e grazie all’impegno di tante persone e volontari, vi si iniziò un corso di tre anni per guide andine al quale parteciparono ragazzi poveri ma dotati per la montagna.
Oggi alcuni di loro,superato l’esame per diventare guide Uiagm, lavorano come guide alpine.Sono alpinisticamente preparati, allegri ed entusiasti e soprattutto disponibili e pazienti.
Il corso è una parte di un vasto progetto di solidarietà che ha visto la realizzazione di tre rifugi: il Perù, l’Ishinca, e il Huascaran, nei pressi dei rispettivi campi base. Migliaia di ragazzi volontari degli oratori italiani e peruviani hanno unito le loro forze partecipando ai campi di lavoro, raccogliendo finanziamenti e facendo lavori il cui ricavato veniva e viene ancora oggi destinato all’Omg. L’abitudine al lavoro durissimo dei giovani campesinos ha reso possibile quello che sembrava impossibile: una catena umana che dalla Valle ha trasportato il materiale in quota e ha permesso la realizzazione dei rifugi: rifugi belli, comodi, attrezzati, con i pannelli solari, l’acqua calda nei servizi igienici, i letti a castello puliti e confortevoli, insomma con uno standard qualitativo sicuramente migliore rispetto a molti rifugi delle nostre dolomiti.
I rifugi sono oggi utilizzati dalle spedizioni alpinistiche di tutto il mondo, ma
anche per trekking d'alta quota.Trekking e spedizioni che diventano in questo modo oltre che un'avventura turistica anche un’esperienza umana e di partecipazione ad un progetto di riscatto.
Siamo in tanti oggi a cominciare a pensare che l’ingiustizia di questo mondo, che vede da una parte troppa richezza e consumismo e dall’altra una povertà assurda, non può continuare.
Siamo in tanti ad aver voglia di incominciare a fare qualcosa: si può cominciare anche così, andando a fare il ”turista” sui sentieri delle Ande coi ragazzi di Marcarà, invece che con le Agenzie specializzate.
Per chi volesse provare una vacanza diversa, un'esperienza alpinistica indimenticabile, un trekking d'alta quota senza dover assumersi tutti i disagi organizzativi di una spedizione, a prezzi concorrenziali,
può contattare la Società delle Guide Andine don Bosco
Nessun commento:
Posta un commento