lunedì 26 marzo 2012

Costa - Loker - Godeluna - Valgoda

Spettacolare, emozionante e assolato itinerario ricamato sul bordo degli imponenti precipizi del  Canale del Brenta nella sua parte di confine, tra Valstagna e Cismon.

Tuttavia, il motivo più caratterizzante di questa escursione, è una certa aria "d'altri tempi" che si avverte quando, una volta raggiunto il margine sud dell'Altopiano, si arriva tra piccole e vecchie contrade collocate a sud di Enego e di Stoner (Godeluna, Corlo e Valgoda) affacciate sul cornicione delle imponenti pareti che strapiombano nel Brenta, dopo un salto di oltre 600 metri.
(foto di Ennio Poletti tratte da
http://montagnaamica.blogspot.com)
Sono tutti esempi significativi di come si viveva "una volta". Una vita grama di fatica per strappare alla montagna, con grandiose opere di terrazzamento delle più impervie balze rocciose, pochi metri quadri di terreno fertile. Le case, costruite sul bordo degli appezzamenti (per non sottrarre spazio alla cultura del tabacco) hanno caratteristiche strutturali tipiche  dell'età d'oro del tabacco (prima metà dell’Ottocento): innalzamento di uno o più piani per l’essiccazione, riduzione della parte rustica destinata agli animali, costruzione di ballatoi e stenditoi in legno per l’aerazione delle foglie di tabacco all’interno e sugli affacci degli edifici.

Con l'auto si prosegue dopo Bassano del Grappa lungo la statale della Valsugana con direzione Trento. Si attraversa il Brenta a Valstagna e ci si dirige a nord, lungo la vecchia statale, per circa 4 km. Subito dopo la frazione Giara Modon sulla sinistra si trova l'inizio del sentiero CAI n° 785. (quota 170 mt)
Qui si può parcheggiare l'auto.

Il percorso in salita segue il sentiero n° 785 che nella prima parte è comune col n° 784. Dopo una decina di minuti i due sentieri si separano: il n° 784 sale all'interno della Val Gadena; noi proseguiamo lungo il n° 785, che, con una deviazione sulla destra, attraversa il greto asciutto del torrente e si inerpica tra noccioli e carpini sul pendio opposto, sempre ben evidente e segnalato.

Dopo circa un'ora di salita, con qualche passaggio esposto che richiede piede fermo ed assenza di vertigini giungiamo ad una cresta panoramica, appena sotto le due cime dei Loke che si stagliano contro il cielo.
Quelle che da questa posizione sembrano due cime, in realtà sono solo due protuberanze delle pendici del Monte Spitz che l'effetto prospettico fa percepire come cime.

Il sentiero ora punta verso la sella che unisce le due strapiombanti pareti e supera un salto di roccia quasi verticale con un percorso a tornanti scavato nella roccia molto interessante e spettacolare. Pur essendo esposto, questo tratto non presenta alcun pericolo per la presenza di una protezione metallica verso valle.

Sbuchiamo su un conoide ghiaioso e in breve, salendo a zig-zag per un bel bosco di faggi, intercettiamo il sentiero cai n° 800 (quota 945 mt, 2 ore circa). Prima di incamminarci verso Godeluna decidiamo però di salire al monte Spitz (20' circa) da dove si gode un bel panorama verso Stoner e il M. Lisser.

" Potrei restare fermo quassù un tempo infinito ad ascoltare questo silenzio mentre il mio pensiero corre a te..."
Ma l'ennesimo richiamo degli amici mi riporta alla realtà, e in breve li raggiungo.  Tornati sui nostri passi riprendiamo il sentiero, precedentemente abbandonato, con indicazione per Godeluna dove arriviamo, in leggera discesa, dopo 45'.

Godeluna, un piccolo borgo con poche case disabitate per gran parte dell'anno e una chiesetta sul colle che le sovrasta, si trova in una conca prativa circondata da boschi di abete ad una quota di 850 m. Decidiamo, vista l'ora, di fare una pausa ristoratrice e di goderci il tepore del primo sole primaverile nel giardino momentaneamente abbandonato di una casa.

Dopo 20' circa riprendiamo il nostro itinerario e in corrispondenza di un capitello e di una fontana troviamo le indicazioni per Valgoda, che raggiungiamo in 40' seguendo una strada forestale in leggera discesa, non prima di essere saliti a Corlo con un'ultimo strappo ( quota 960 mt).

Valgoda è ora un paese quasi disabitato affacciato sulla Valsugana a 840 m di quota.      Qui, l'opera dell'uomo volta a sottrarre all'ambiente impervio modesti appezzamenti di terreno coltivabile è particolarmente evidente nella presenza di numerose "masiere", un tempo adibite alla coltivazione del tabacco.    Dopo aver oltrepassato la chiesa, ci dirigiamo verso le ultime case del paese, e seguiamo in discesa sulla destra il sentiero cai 787 tra stretti vicoli e muri primetrali che ci danno l'idea di un abitare quotidiano oramai perduto.

La prima parte di questo bellissimo sentiero transita tra muri a secco e terrazzamenti oramai abbandonati facendoci percepire l'enorme lavoro manuale messo in opera, agli inizi dell'Ottocento, dagli abitanti dei questa contrada, oltre alla loro capacità ingegneristica nel progettare e costruire una mulattiera che ancor oggi ci appare stupefacente.

Il sentiero, superate le balze di roccia strapiombanti in valle, attraverso una bellissima traversata in costa ci permette poi di passare in rassegna alcuni capitelli votivi molto pregevoli risalenti ai secoli scorsi, quando gli abitanti del posto per sopravvivere erano costretti a contrabbandare il tabacco percorrendo queste vie seminascoste.

La mulattiera, sempre bellissima e agevole, conduce a Costa in circa 1h e 20' da Valgoda. Da qui, possiamo recuperare l'auto con circa 20' di cammino su strada asfaltata, oppure seguendo la segnaletica AVT (Alta Via del Tabacco) che ci porta direttamente al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto.


quota partenza: 170 mt
quota max: 1.093 mt
dislivello complessivo: 1.100 mt
distanza percorsa: 17 km
tempo in movimento: 6 h e 30
energia spesa: 2.000 Kcal

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