Si percorrono tratti di antiche mulattiere tra imponenti masiere (terrazzamenti) per secoli adibite alla coltivazione del tabacco. Storie di contadini, contrabbandieri e finanzieri. Interessanti anche le vedute paesaggistiche sul primo tratto della Valbrenta, oltre alla presenza di notevoli formazioni boschive: dal carpino nero, al castagno, dalla quercia all'acero di monte, dal tiglio alla betulla e nocciolo.
(La foto a lato è di Ennio Poletti tratta da
http://montagnaamica.blogspot.com)
Partiamo dal Piazzale antistante la Chiesa di Campolongo (quota 140 mt), dove abbiamo parcheggiato l'auto, e saliamo per un vicoletto attraverso l'abitato del paese. Dopo qualche centinaio di metri lungo una rapida strada asfaltata troviamo il pannello didattico descrittivo del percorso.
Imbocchiamo la mulattiera sulla destra che sale, con tratti abbastanza ripidi.
Oltrepassata la Val Brutta incontriamo subito i caratteristici terrazzamenti (“banche” per quelli del posto), ricavati sui ripidi pendii del monte per la coltivazione del tabacco, purtroppo unica fonte di reddito della popolazione per almeno due secoli, dalla seconda metà ‘700 a metà ‘900.
Man mano che saliamo le coltivazioni lasciano il posto al terreno incolto, ma senza la sterpaglia che si può trovare da altre parti. I muri di sostegno dei terrazzamenti sono solidi e caratterizzati dalla presenza di interessanti scale di collegamento fra livelli diversi perfettamente integrate nelle massicciate.
Riprendiamo la nostra salita per un tratto che costeggia un ampio bosco dove si possono trovare alcune significative presenze: la roverella, il carpino nero, l'acero, il tiglio, per raggiungere, dopo aver superato una vecchia cisterna, un vecchio e ben conservato castagneto (i marroni di Campolongo erano rinomati anche nei mercati veneziani, in particolare quello di Rialto) dove la presenza di alcune piante di notevole dimensione meritano essere ammirate.
Queste zone, un tempo raggiungibili solo a piedi, sono ora raggiungibili con una strada interpoderale realizzata recentemente dal Comune. Ed è proprio seguendo questa strada di collegamento in quota, che raggiungiamo, dopo aver superato la Val Dritta e la Val dei Salti l’incrocio con il sentiero cai 765 che porta alla chiesetta della Madonna della Salute.
Il pianoro antistante la chiesetta è un superbo belvedere che, dal Col Moschin alla montagna di Solagna, ci fa vedere tutta la sequenza di valli e valloni che dal Grappa scendono al Brenta.
Dopo una breve pausa proseguiamo e, subito a monte della chiesetta, oltrepassiamo l'imbocco del "Trodo dei Grisoni". Questo antico "sentierello" (trodoèo) serviva a rendere più breve il percorso di salita verso il Palazzon.
Al contrario noi preferiamo proseguire seguendo la mulattiera che, con ampi tornanti e dopo aver attraversato una pineta, raggiunge i ripiani sommitali dell’Altopiano e la casara Busa del Pozzo (1045 mt ore 3). Da qui saliamo ancora per mulattiera fino ad arrivare all'aperta dorsale sommitale del Campolongo.
Scendiamo lentamente verso il Palazzon ammirando il panorama sulla pianura veneta che si apre davanti a noi come un atlante geografico.
Ritorniamo sui nostri passi e scendiamo nuovamente la mulattiera che ci riporta alla chiesetta della Madonna della Salute. All’esterno una campana appesa alla parete ci induce a suonare alcuni rintocchi di ringraziamento.
Continuiamo la nostra discesa per il sentiero 765 fino ad incrociare la strada interpoderale all'altezza delle case Vialetto. Seguendo a destra la strada superiamo la val dei Salti e attraversiamo una zona caratterizzata da grandi e magnifici esemplari di castagni (maronari).
Dopo 30' siamo di nuovo nel piazzale antistante la chiesa di Campolongo.
quota partenza: 140 mt
quota max: 1.090 mt
dislivello complessivo: 950 mt
distanza percorsa: 14 km
tempo in movimento: 4 h e 30
energia spesa: 1.600 Kcal
*parte dei testi sono di Ennio Poletti tratti da
http://montagnaamica.blogspot.com
*parte dei testi sono di Ennio Poletti tratti da
http://montagnaamica.blogspot.com
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